Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Umbria con i lavoratori ex Fattorie Novelli: due presidi per chiedere un tavolo di trattativa

by CISL LDS

Due presidi dei lavoratori delle ex Fattorie Novelli: questa mattina, 27 novembre 2020, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Umbria si sono mobilitati dalle ore 12,00 alle ore 13,30. Ai presidi, di fronte agli stabilimenti di Sambucetole di Amelia e San Giovanni di Baiano di Spoleto, hanno partecipato rappresentanti del mondo delle istituzioni e politici. Proprio a loro e all’opinione pubblica sono state portate all’attenzione le difficoltà affrontate nel tempo dai lavoratori. “Si tratta di 150 lavoratori, in prevalenza femminile – dichiarano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Umbria – che oggi manifestano la propria stanchezza, accumulata per 9 anni in una condizione di incertezza con sacrifici in termini salariali e normativi. Difficoltà –hanno spiegato- che si ripercuotono su due territori, quello ternano e quello spoletino”.

I sindacati, con le iniziative di oggi, chiedono alle istituzioni “di fare la propria parte, di dare risposte certe a una condizione pesante e, quindi, di aprire un tavolo di trattiva per affrontare la situazione e individuare eventuali disponibilità di interesse. E’ necessario individuare e sostenere – chiariscono- manifestazioni di interesse di imprenditori seri e credibili, che conoscono questa realtà produttiva, che da sempre ha creduto nel valore di filiera e quindi nel territorio. Dobbiamo intervenire subito – hanno concluso i sindacati dai presidi – per evitare che si depauperi ulteriormente il territorio e quindi la nostra regione”.

Nel video le parole del segretario generale CISL Umbria Angelo Manzotti e della RSA – Fai Cisl Umbria Vania Venturi

Cassa di Risparmio di Orvieto, la Cisl Umbria e la First Cisl Umbria: “Alla Regione chiediamo di istituire un tavolo per questa eccellenza, per il lavoro e l’economia del territorio”

by CISL LDS

La CISL Umbria e la First CISL UMBRIA, nell’esprimere preoccupazione per il destino della Cassa di Risparmio di Orvieto, intendono denunciare con forza l’immobilismo con cui le istituzioni locali e regionali stanno affrontando la situazione.

Da mesi, il segretario regionale Francesco Marini con a fianco la segreteria della Cisl Umbria, grazie al supporto e all’impegno dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali della Cro, si batte per portare all’attenzione regionale ed istituzionale, il difficilissimo momento che sta attraversando l’ultima banca di territorio dell’Umbria e le possibili ricadute che da essa potrebbero derivare. La Cassa di Risparmio di Orvieto, legata al caso nazionale della Popolare di Bari, continua ad essere in balia di un destino del quale, le istituzioni e la politica, sembrano non interessarsi. Una situazione che abbiamo purtroppo già vissuto con la Banca Popolare di Spoleto e che, nonostante sia cambiato il governo regionale, sembra riproporsi nella medesima maniera.

“La Cro – affermano il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti e il segretario generale First Cisl Umbria Francesco Marini – ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento per il territorio, per migliaia di clienti, grazie al lavoro e all’impegno di cui, con serietà e professionalità, si sono fatti carico i lavoratori. Una banca che emetteva proprie obbligazioni, che aveva un portafoglio prodotti costruito sulla base delle esigenze del tessuto socio-economico del territorio, oggi rischia di perdere o non vedere valorizzato il now how e le professionalità che vanno dalla direzione generale agli sportelli di rete. L’incertezza in cui vivono e lavorano i dipendenti, le continue notizie più o meno veritiere su possibili cessioni, fusioni e operazioni varie, non favoriscono lo sviluppo e la crescita dell’istituto, nonostante la forte volontà del personale dipendente”.

La Cisl e la First Cisl Umbria si rivolgono alla Presidente Tesei, all’assessore regionale allo sviluppo Economico e al Consiglio Regionale tutto, affinché si apra un tavolo urgente, che le forze sindacali chiedono da mesi senza risposta, per affrontare questa situazione. “Comprendiamo bene la difficoltà generale del momento, data dalla pandemia – concludono i segretari- ma, a maggior ragione, riteniamo sia fondamentale ora più che mai tutelare e difendere una nostra eccellenza, il lavoro e l’economia del territorio”.

Cisl Umbria e First Cisl Umbria

Vertenza Treofan: il presidio dei sindacati per ribadire l’importanza della fabbrica e della continuità produttiva

by CISL LDS

Nella foto l’intervista al segretario generale Femca Cisl Umbria Fabrizio Framarini, questa mattina a Terni

Le OO.SS. Regionali/Provinciali di FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, UILTEC UIL, UGL Chimici e la RSU Treofan a seguito delle azioni intraprese, nella mattinata del 23 novembre 2020, a tutela del sito ternano, hanno colto l’occasione per conoscere il liquidatore a cui hanno ribadito l’importanza della fabbrica e della sua continuità produttiva.

 

Tpl, oggi la video-conferenza dei sindacati: “L’Agenzia Regionale dei trasporti non è ancora partita”

by CISL LDS

Il segretario generale Fit Cisl Umbria Gianluca Giorgi alla video conferenza con gli organi di informazione sul Tpl

L’anno 2020, sul fronte del Tpl si è rivelato particolarmente complicato nella nostra Regione, provando a ricostruirlo brevemente, ricordiamo che l’anno era partito con comunicazione frammentaria e incompleta, di nuovi tagli nei confronti al Tpl da parte della Regione. Successivamente la vicenda Covid e il relativo lockdown hanno colpito con durezza il settore, causando una riduzione del servizio anche del 70 per cento nella nostra Regione con l’inevitabile ricorso agli ammortizzatori sociali per garantire salario e occupazione. Sempre nel corso dell’anno, ci siamo trovati a gestire una riapertura delle scuole con i relativi servizi scolastici da svolgere in un clima di caos e grande incertezza, con discussioni a nostro dire assolutamente non esaustive concentrate spesso unicamente sul solo indice di riempimento dei mezzi.  In un quadro del genere,  a tutt’oggi estremamente complicato, permangono grandi incertezze per il futuro, che ci hanno portato inevitabilmente ad aprire una vertenza nei confronti di Regione ed Azienda.

Ad oggi infatti l’Agenzia Regionale dei trasporti non è ancora partita, con conseguente perdita del recupero dell’Iva per l’anno 2020. Si avvicina inoltre il termine indicato per indire la gara e ad oggi non sappiamo ancora praticamente nulla sulla stessa, sulla mole dei servizi interessati su come verrà costruita. Mentre a livello centrale il Governo comunica di aver trasferito alle Regioni le quote relative al Fondo nazionale trasporti, in Umbria l’Azienda continua a lamentare il mancato pagamento di servizi inerenti sia agli scorsi che all’anno in corso.  Lo stesso ministero dei Trasporti, per bocca della ministra, ha illustrato un piano importante per il settore, fatto di investimenti innovazione e rinnovo del parco mezzi. Non vorremmo che l’Umbria perda questa importante occasione per gli anni futuri. Sul fronte ex FCU permangono enormi incertezze sulla reale volontà di far rilanciare il servizio.

Ci sembra che la Regione, oltre a coltivare pessime relazioni sindacali, non abbia un piano chiaro sul fronte trasporti, men che meno sul pezzo del Tpl, delegando completamente le politiche dei trasporti all’Azienda Busitalia. Non è quello di cui ha bisogna la nostra Regione. La nostra Regione ha bisogno di un piano chiaro sui trasporti e ancor più sul Tpl, di una politica che decide  e governa. I silenzi e la poca chiarezza fin qui dimostrati dall’assessorato competente ci preoccupano non poco e l’Azienda, di fronte a tale clima di incertezza, ha di fatto ritenuto utile bloccare gli investimenti previsti.

Pertanto, se non arriveranno risposte dal tavolo Aziendale attualmente aperto e da quello che speriamo di aprire con la Regione a breve, siamo pronti alla mobilitazione quanto prima.

Perugia 23.11.2020                     

Le Segreterie Regionali

Filt-Cgil                       Fit-Cisl                        Uilt-Uil                        Faisa-Cisal

RINVIATA A DATA DA DESTINARSI – Mobilitazione sanità: domani presidio sindacati davanti all’ospedale di Castiglion del Lago

by CISL LDS

AGGIORNAMENTO – Con la presente si avvisa tutti gli organi di informazione che la mobilitazione sanità “Non mi fermo, ma protesto” di Cgil, Cisl e Uil con presidio dei sindacati previsto per domani mattina, 24 novembre 2020 alle ore 9,30, davanti all’ospedale di Castiglion del Lago (PG) NON SI TERRA’. 

E’ stata  rinviata a data da destinarsi a causa della convocazione del tavolo regionale nel medesimo giorno.

———————————-

Nuova tappa della mobilitazione “Non mi fermo, ma protesto” di Cgil, Cisl e Uil per sostenere l’enorme sforzo di lavoratrici e lavoratori della sanità umbra e chiedere risposte alla politica su carenze di personale, sicurezza di operatori e cittadini e riorganizzazione della rete ospedaliera. Dopo quelle di Spoleto, Terni, Città di Castello, Branca e Foligno, domani, martedì 24 novembre 2020, sarà la volta dell’ospedale di Castiglion del Lago (PG), dove i sindacati organizzano – nel pieno rispetto delle normative anti-Covid – un presidio, dalle ore 9,30, di fronte all’ingresso principale.

25 Novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

by CISL LDS

Fra pochi giorni sarà il 25 novembre… una data importante per riflettere e rinnovare l’impegno per un importante e necessario cambio culturale

Sara Claudiani (Cisl): “L’emancipazione passa dal lavoro, dall’indipendenza economica”

La locandina del Coordinamento Donne Cisl Umbria, dedicata al 25 novembre 2020. E’ presente nelle varie sedi della Cisl in Umbria.

Il Coordinamento donne Cisl Umbria in questo preoccupante momento vede il 25 novembre come un’occasione per riflettere e continuare la battaglia contro la violenza sulle donne. Dramma che, neanche il Covid-19, è riuscito a fermare. Basti pensare che, durante il lockdown, le vittime di femminicidio disseminate sul suolo nazionale sono state ben 11. I dati – che scaturiscono da un confronto costante con il coordinamento donne Cisl Nazionale – sono sempre più preoccupanti: se gli altri reati sono diminuiti nei primi sei mesi del 2020, i femminicidi sono aumentati del 5 per cento. Da 56 a 60 donne uccise.

Neanche i dati sui maltrattamenti, stalking e stupri sono migliori. Durante la quarantena le chiamate al numero verde di emergenza 1522 sono raddoppiate rispetto al 2019, arrivando a 11.920. L’unico dato che vorremmo vedere aumentare, ma purtroppo non è così, è il numero delle denunce: dato che invece è drasticamente diminuito. Questo perché le donne spesso non sono credute, e a questa condizione di forte pressione si aggiunge la paura: gli abusi più violenti accadono dopo la denuncia, in quanto l’uomo vuole continuare a controllare, tentando in ogni modo di fermare chi ha avuto il coraggio di ribellarsi.

Pur avendo visto l’introduzione della legge “Codice Rosso”, servono procedure più rapide di allontanamento contro chi è violento. Le Regioni a riguardo dovrebbero sostenere tutti i costi dei centri di accoglienza e delle case sicure per le donne ed i loro figli.

Il 2020 sta diventando un anno orribile: se da un lato molte relazioni malate sono peggiorate per la crisi, dall’altro è nato lo “spionaggio solidale”, grazie al quale le violenze sono state segnalate agli organi competenti dai vicini di casa, dai riders (che consegnano i cibi a domicilio) e dai farmacisti.

La violenza ha varie forme: è fisica, è psicologica ed è economica. Per quest’ultimo aspetto la crisi è stata pesante: le donne sono rimaste chiuse in casa con i propri aguzzini perché hanno perso il lavoro o la cassa integrazione. Lo Stato e le Regioni devono aiutare queste donne, con politiche di reinserimento: il primo passo per uscire dall’incubo è la possibilità di lavorare, diventando così autonome.

La politica deve colmare il vuoto normativo che riguarda le molestie sessuali sui luoghi di lavoro e studio, dove lo squilibrio tra uomo e donna è alla base di ogni violenza. Basti pensare che su 100 posti di lavoro persi il 55 per cento è di una donna. Inoltre il 65 per cento delle donne con figli piccoli non lavora. Il trend di questi ultimi anni ci fa prevedere per il 2021 un calo delle nascite pari al 4,5 per cento rispetto al 2019, in un Paese che già occupa gli ultimi posti in Europa in tema di natalità.

Dobbiamo continuare ad utilizzare e potenziare le quote rosa nelle aziende, in modo che a parità di curricula ed esperienze, i posti apicali siano raggiungibili anche dalle donne. A ciò si aggiunge l’ancora agognata parità salariale: in Italia le donne guadagnano il 30 per cento in meno rispetto agli uomini. Dobbiamo ispirarci agli Stati Uniti dove è stata eletta una donna, come vicepresidente, e spingere con la “Kamala’s generation” verso un vero patto sociale. Il Coordinamento donne Cisl si schiera contro la disparità salariale di genere ed anche per questo chiediamo che il 50 per cento del Recovery Fund, da presentare entro gennaio 2021, sia dedicato alle politiche di genere, con interventi strutturali e non più parziali.

Sara Claudiani

Coordinatrice Donne Cisl Umbria

Ex centrale a carbone di Bastardo, i sindacati chiedono di aprire al più presto un tavolo istituzionale

by CISL LDS

Nella foto il segreteria generale regionale Flaei Cisl Umbria Maurizio Ottaviani

Le Segreterie Regionali/Provinciali FILCTEM-CGIL, FLAEI-CISL, e UILTEC-UIL a valle dell’incontro svoltosi in data 17/11/2020 con i rappresentati di ENEL della Generazione, responsabili d’Impianto e degli Affari Istituzionali di Enel Italia, esprimono tutta la loro insoddisfazione e preoccupazione relativamente al piano di dismissione e riconversione dell’ex area dell’impianto termoelettrico a carbone di Bastardo.

Come OO.SS. avevamo da sempre evidenziato, relativamente al sito di Bastardo, i limiti e i rischi di inconcludenza del progetto denominato “Future-E” promosso da Enel a livello nazionale, per le 23 centrali in dismissione in Italia. Limiti che purtroppo hanno portato come da noi previsto per questo importante sito industriale ad un nulla di fatto.

I progetti che ci sono stati illustrati nell’incontro con Enel, relativamente alla realizzazione di un impianto fotovoltaico e di uno di accumulo, non hanno a nostro avviso nessun risvolto occupazionale e pertanto sono da noi ritenuti assolutamente insufficienti come risposte ad un territorio che, per inoltre cinquant’anni, ha dato molto di più a partire dalle aree delle miniere di lignite in avanti. Notiamo inoltre che, queste ipotesi progettuali interessano di fatto, solo una parte minimale dell’intero perimetro industriale.

Da quanto si è appreso, Enel intende di fatto, chiudere nel giro di poco tempo, anche la sede di Enel University, (Nucleo Addestramento Specialistico di Gualdo Cattaneo), che ha sede in una parte del sito e che rappresenta ancora oggi, l’unico vettore per riportare in zona presenze importanti che specie in questo momento di difficoltà economica, possono dare un concreto sostegno alle attività locali.

Le Scriventi OO.SS. sono fortemente convinte che, nel sito di Bastardo Enel in primis può e deve fare molto di più di quanto ci ha illustrato, anche sfruttando i tanti finanziamenti messi a disposizione sia a livello nazionale che europeo per i processi di decarbonizzazione, o per lo sviluppo di nuovi progetti Green. Indirizzare in questa area importanti risorse per lo sviluppo di progetti di nuove tecnologie green, creando magari un polo di eccellenza nazionale, significa poter dare un nuovo sviluppo a quel territorio oggi fortemente depresso e significa per Enel dare un’immagine di se diversa da quella che oggi viene invece percepita in quell’area, ma un po’ in tutta l’Umbria, che è quella di una Multinazionale che sta di fatto abbandonando la nostra Regione.

FILCTEM, FLAEI e UILTEC, sapendo anche della disponibilità ricevuta in tal senso delle Istituzioni locali e regionali, chiedono ad Enel di aprire al più presto un tavolo Istituzionale con il coinvolgimento di tutti gli attori, al fine di elaborare un progetto condiviso di riqualificazione dell’Intera area della ex centrale a carbone di Bastardo.

 

Perugia, 23 novembre 2020

Sanità: la mobilitazione dei sindacati fa tappa a Foligno

by CISL LDS

Prosegue la mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil, delle loro categorie dei lavoratori pubblici e privati che operano dentro le strutture ospedaliere e dei pensionati. Oggi, venerdì 20 novembre, i sindacati davanti all’ospedale di Foligno hanno dato voce alle esigenze del personale e ribadito le rivendicazioni al centro della mobilitazione: assunzioni, organizzazione del lavoro, sicurezza. La tappa odierna è la quinta dopo quelle di Spoleto, Terni, Città di Castello e Branca. Le prossime saranno a Castiglion del Lago, Orvieto e Pantalla.

“Alla Regione chiediamo la copertura dei posti ancora vacanti da contrattualizzare in modo stabile – hanno affermato i sindacati – con percorsi, protocolli e procedure chiari e ben definiti per superare le difficoltà lavorative in essere.
Situazione che si è aggravata a caura di questi mesi di Covid-19 ed è arrivata a questa fase emergenziale, anche a causa di una carente pianificazione, dai noi richiesta al Commissario straordinario dell’ Asl2 già da inizio estate, e peggiorata anche dall’insufficiente confronto preventivo con lo stesso”. Tra l’altro avevamo anche chiesto come Cgil-Cisl-Uil Territoriali, un tavolo di monitoraggio periodico da settembre che non è mai decollato.
La manifestazione di oggi, quindi, oltre a mettere in primo piano le questioni lavorative degli operatori in prima linea in questo periodo, è finalizzata a mettere in evidenza l’importanza dei servizi di qualità e la garanzia degli stessi in regime ordinario. “Dobbiamo lavorare – è stato spiegato dai sindacati – anche nella progettazione e quindi intervenire per riuscire a creare un sistema sanitario territoriale efficiente che abbatta l’annosa questione delle liste di attesa. Infine chiediamo anche all’ Amministrazione comunale di Foligno, in analogia a quanto già fatto dal Comune di Spoleto, l’istituzione di un Comitato di Vigilanza sull’ Ospedale di Foligno, attivando un numero telefonico ( che potrebbe essere associato ad una mail dedicata ) per segnalare eventuali difficoltà di prenotazione delle prestazioni”.

Mobilitazione sanità: domani presidio sindacati davanti all’ospedale di Foligno

by CISL LDS

Nuova tappa della mobilitazione “Non mi fermo, ma protesto” di Cgil, Cisl e Uil per sostenere l’enorme sforzo di lavoratrici e lavoratori della sanità umbra e chiedere risposte alla politica su carenze di personale, sicurezza di operatori e cittadini e riorganizzazione della rete ospedaliera.

Dopo quelle di Spoleto, Terni, Città di Castello e Branca, domani, venerdì 20 novembre, sarà la volta dell’ospedale di Foligno, dove i sindacati organizzano – nel pieno rispetto delle normative anti-Covid – un presidio, dalle ore 9,30, di fronte all’ingresso principale.

Sindacati in presidio all’ex ospedale di Città di Castello: uno spreco che non possiamo permetterci

by CISL LDS

Recuperare l’ex ospedale di Città di Castello, in abbandono ormai da oltre 20 anni, dando finalmente corso al progetto, già previsto e finanziato, di trasformazione dello stabile di proprietà della Regione in una Casa della Salute. È la richiesta che i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie dei pensionati, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, hanno avanzato oggi, 19 novembre 2020, con una mobilitazione proprio di fronte all’ex nosocomio, peraltro edificio di grande pregio storico e situato nel pieno centro cittadino, alla quale hanno preso parte anche il sindaco di Città di Castello e altri rappresentati istituzionali.

“Che fine hanno fatto i soldi destinati a questa operazione di recupero – hanno chiesto a gran voce i sindacati – e perché in una fase di emergenza sanitaria come questa non si è fatta e non si fa programmazione per il riutilizzo di strutture pubbliche importanti come questa?”.

Nei giorni scorsi, infatti, una richiesta analoga era stata avanzata per l’ex ospedale di Gualdo Tadino, altra struttura pubblica abbandonata e mai riutilizzata. “Noi crediamo che gli ospedali da campo siano una risposta che rincorre l’emergenza mentre noi abbiamo bisogno di interventi che oltre a dare risposte nell’immediato consentano il potenziamento della risposta sanitaria pubblica. Quindi – hanno concluso Cgil, Cisl e Uil – accanto alle necessarie assunzioni di personale va messo in campo un progetto di recupero e riutilizzo delle importanti strutture pubbliche esistenti e ad oggi inutilizzate per potenziare la sanità del territorio, elemento imprescindibile per garantire il diritto alla salute delle persone”.