Sindacati in presidio all’ex ospedale di Città di Castello: uno spreco che non possiamo permetterci

by CISL LDS

Recuperare l’ex ospedale di Città di Castello, in abbandono ormai da oltre 20 anni, dando finalmente corso al progetto, già previsto e finanziato, di trasformazione dello stabile di proprietà della Regione in una Casa della Salute. È la richiesta che i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie dei pensionati, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, hanno avanzato oggi, 19 novembre 2020, con una mobilitazione proprio di fronte all’ex nosocomio, peraltro edificio di grande pregio storico e situato nel pieno centro cittadino, alla quale hanno preso parte anche il sindaco di Città di Castello e altri rappresentati istituzionali.

“Che fine hanno fatto i soldi destinati a questa operazione di recupero – hanno chiesto a gran voce i sindacati – e perché in una fase di emergenza sanitaria come questa non si è fatta e non si fa programmazione per il riutilizzo di strutture pubbliche importanti come questa?”.

Nei giorni scorsi, infatti, una richiesta analoga era stata avanzata per l’ex ospedale di Gualdo Tadino, altra struttura pubblica abbandonata e mai riutilizzata. “Noi crediamo che gli ospedali da campo siano una risposta che rincorre l’emergenza mentre noi abbiamo bisogno di interventi che oltre a dare risposte nell’immediato consentano il potenziamento della risposta sanitaria pubblica. Quindi – hanno concluso Cgil, Cisl e Uil – accanto alle necessarie assunzioni di personale va messo in campo un progetto di recupero e riutilizzo delle importanti strutture pubbliche esistenti e ad oggi inutilizzate per potenziare la sanità del territorio, elemento imprescindibile per garantire il diritto alla salute delle persone”.

Narni e Amelia: i sindacati in presidio unitario davanti agli ospedali consegnano 1800 firme per chiedere risposte su sanità e servizi fondamentali

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Il primo appuntamento è stato quello di questa mattina, giovedì 19 novembre, davanti all’ospedale di Narni dove i sindacati confederali e dei pensionati hanno consegnato al sindaco della città, Francesco De Rebotti, le firme raccolte. Sabato, 21 novembre alle ore 10,00, l’appuntamento è davanti all’ospedale di Amelia.
 
Riccardo Marcelli, coordinatore dell’Area Sindacale Territoriale Cisl Terni-Orvieto, ha ribadito come sia necessario che il territorio intercetti i reali bisogni dei cittadini. “Per fare questo – ha spiegato – è necessario, anche in un momento di emergenza, prevedere di rimettere al centro la persona, consentendo un dialogo efficace e costruttivo tra settore politico sanitario e sociale”.
 
Da Narni, Ilio Carlini della Fnp Cisl territoriale ha aggiunto: “Abbiamo consegnato al sindaco di Narni, come Cgil, Cisl e Uil, una petizione con migliaia di firme per ribadire la volontà dei cittadini a mantenere il progetto di messa in opera dell’Ospedale di Narni-Amelia, ragionando nel breve termine sulla prospettiva degli attuali presidi soprattutto in questo momento di emergenza”.

Sanità: la mobilitazione dei sindacati fa tappa a Branca

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Sanità: Cgil, Cisl e Uil e le loro categorie dei lavoratori pubblici e privati, che operano dentro le strutture ospedaliere, assieme ai pensionati proseguono a manifestare per assunzioni, organizzazione del lavoro e sicurezza. Con Branca, nella mattinata del 17 novembre 2020, i sindacati hanno dato vita alla quarta manifestazione (dopo Spoleto, Terni e Città di Castello). In programma Foligno, Castiglion del Lago, Orvieto e Pantalla, sempre di fronte alle strutture ospedaliere umbre.

Gualdo Tadino: i pensionati si mobilitano per una sanità pubblica e territoriale, vicino ai cittadini

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Cgil, Cisl e Uil, il 16 novembre 2020, assieme alle categorie dei pensionati per chiedere la definizione delle risorse e del progetto esecutivo per realizzare la casa della salute

Uno dei momenti della manifestazione: il coordinatore dell’Area Sindacale Territoriale Cisl di Città di Castello, Antonello Paccavia, con una parte della delegazione della Cisl a Gualdo Tadino

Emergenza sanitaria: oggi pomeriggio tavolo d’urgenza tra Regioni e sindacati

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Cgil, Cisl e Uil a confronto con la presidente Tesei e l’assessore Coletto: ci aspettiamo impegni precisi su assunzioni e separazione percorsi
 
La Regione Umbria ha convocato d’urgenza per oggi pomeriggio, 10 novembre 2020, alle ore 16.00, in presenza, al salone d’Onore di palazzo Donini, i sindacati, Cgil, Cisl, Uil dell’Umbria e le rispettive categorie della sanità (Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl) per un incontro operativo, al quale parteciperanno la presidente Donatella Tesei, l’assessore alla Sanità Luca Coletto, il capo di gabinetto Federico Ricci e il direttore alla Salute e welfare Claudio Dario.
 
“Risponderemo presente a questa convocazione d’urgenza da parte della Regione nella consapevolezza della gravità della situazione e dello sforzo enorme che lavoratrici e lavoratori del sanità pubblico stanno facendo per garantire la tenuta del sistema – scrivono i sindacati – tuttavia, non ci interessano convocazioni rituali e informative. Abbiamo presentato da tempo una piattaforma sindacale, con proposte e rivendicazioni precise. Ci aspettiamo di uscire oggi da palazzo Donini con impegni e tempi chiari sulle assunzioni di personale a tempo indeterminato e con l’immediata convocazione del comitato per la salute e la sicurezza regionale che dovrà garantire standard di sicurezza adeguati per operatrici e operatori della sanità e per i cittadini, a cominciare dalla separazione dei percorsi e del personale tra Covid e non”.

La Cisl reti nasce anche in Umbria

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IL SEGRETARIO SIMONA GAROFANO: “PIU’ FORTI PER AFFRONTARE LA SFIDA DELLO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE, ASSO FONDAMENTALE PER IL RILANCIO ECONOMICO”

Nasce la Cisl Reti anche in Umbria dall’accorpamento di due federazioni della Cisl: la Fistel (informazione, spettacolo e telecomunicazioni) e la Flaei (lavoratori aziende elettriche italiane). Questo pomeriggio, 6 novembre 2020, in videoconferenza sono stati eletti come segretario generale Simona Garofano (nella foto a sinistra) e come membri di segreteria Maurizio Ottaviani e Ciro Di Noia. Presente dalla postazione di Perugia anche il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti.

Il segretario generale Cisl Reti Umbria Simona Garofano con il membro di segreteria Maurizio Ottaviani

“Dopo un’attenta analisi, che si è sviluppata e arricchita nei mesi, oggi anche in Umbria si compie questo importante passo – spiega Simona Garofano -. In questo modo infatti la Cisl intende rafforzare il mondo della rappresentanza dei lavoratori delle reti, della digitalizzazione e la costituzione di una rete unica. In Umbria in special modo – continua- si rende indispensabile la digitalizzazione per lo sviluppo anche dei territori più piccoli che, proprio come dimostrato in questi mesi di pandemia e quindi di ricorso allo smart working e alle lezioni a distanza, presentano grandi limitazioni.

Nella foto di repertorio il membro della segreteria Cisl Reti Umbria Ciro Di Noia

Questioni che devono essere affrontate anche grazie alle risorse offerte dal New Generation Fund e da un percorso concertativo con le istituzioni locali e regionali”.

Simone Liti (Fim Cisl Umbria): “Nel momento più inedito e delicato della nostra storia ogni decisione deve essere condivisa”

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L’obiettivo è stato raggiunto in pieno: uscire dalle fabbriche per far sentire la voce dei tanti lavoratori metalmeccanici della nostra provincia, la buona riuscita arriva anche in un periodo in cui molta gente  ha fatto  un lungo periodo di cassa integrazione e con l’incertezza ancora alta, ma i lavoratori metalmeccanici vogliono  il rinnovo del Contratto Nazionale.

Il rinnovo del CCNL è elemento di garanzia, di tutele, di distribuzione economica e di prospettiva, la situazione economica post-Covid  non può essere un alibi per non rinnovare il Contratto dei Metalmeccanici che si propone di valorizzare e meglio promuovere il lavoro per i prossimi anni di ripresa economica e occupazionale. Ora è il momento che la trattativa riparta!

Dal 2004 prima grande crisi Ast, la perdita delle produzioni del magnetico, 2008 la grande crisi economica la situazione della provincia di Terni continua ad essere in spirale senza fine,sul fronte del lavoro. I colpi dalla crisi  non sono ancora stati assorbiti  e le vecchie crisi si aggiungono alle nuove che per certi indicatori economici danno nuovi segni strutturalità e di conseguenza fragilità del lavoro. Per questo il nostro territorio sta vivendo questa fase storica nel peggiore  dei modi che ben presto da crisi occupazionale si passerà a una crisi economica cittadina.

E’ di certo il momento più inedito e delicato della nostra storia, come Paese e come Regione e come Territorio proprio per questo, qualunque decisione deve essere condivisa, pensata e non penalizzante, specie quando riguarda il lavoro e le prospettive future di tante famiglie.

Come sempre in queste situazioni, le vittime designate sono i lavoratori e le loro famiglie. Se la chiusura di una grande azienda è una sconfitta per tutti, differenti però sono le conseguenze tra imprenditore/multinazionale e lavoratori. Soprattutto la rabbia cresce quando ci si sente inascoltati da parte della politica che ha nel suo scopo principale l’essere al servizio dei cittadini, dando risposte concrete ai loro bisogni e RISPOSTE CONCRETE VANNO DATE NEL MOMENTO DI DIFFICOLTA’ AI LAVORATORI CHE CON I LORO SACRIFICI LA LORO PERSEVERANZA NELLA LOTTA E NEL DIFENDERE IL PROPRIO POSTO DI LAVORO RAPPRESENTANO L’ITALIA MIGLIORE!!!

Come Fim Cisl  sosteniamo con forza i colleghi della TREOFAN nelle loro iniziative dopo che l’azienda ha presentato un piano di chiusura che è “irricevibile” , in un momento tanto delicato per il nostro Paese e per l’intera economia territoriale. La solidarietà di tutta la Fim Cisl è piena pronti a partecipare alle iniziative che vorranno mettere in campo a sostegno della loro vertenza.

A loro va il nostro pensiero e l’auspicio che dal confronto possa emergere una soluzione diversa

L’incertezza è di nuovo il leitmotiv nei lavoratori delle Acciaierie Ternane, ogni dieci anni la vertenza di Acciai Speciali Terni si presenta… questa volta ha anticipato! Abbiamo iniziato un confronto sul piano di transizione che ci porterà verso scenari nuovi e diversi della Thyssenkrupp. Il negoziato è tutto in salita c’è bisogno che la dirigenza sia meno rigida sulle posizioni per evitare una “fase di pericoloso stallo” che rischia di generare una totale incertezza in migliaia di lavoratori e cittadini. Come Fim Cisl vorremmo ricordare all’attuale dirigenza quanti sacrifici i lavoratori delle Acciaierie hanno fatto e stanno facendo sia in termini occupazionali che in termini salariali frutto questo  delle  cattive gestioni della casa madre tedesca Thyssenkrupp, pertanto anche in questo giro non si  possono continuare scaricare su tutti i lavoratori diretti e dell’indotto, siano essi operai che impiegati che quadri che somministrati tagli o costi troppo cari da pagare!

Ci auguriamo che la particolarità dei tempi e la consapevolezza del valore di una presenza come AST che da sempre fa ed è riferimento alla città e il valore che rappresenta tutta l’industria la manifattura sia  ancora valutata da tutti motore trainante  e sia presa in giusta considerazione da tutti i soggetti deputati, altrimenti questa volta un ulteriore colpo rappresenterebbe un cedimento non più risanabile sia sotto il profilo occupazionale sia sotto il profilo  dell’economia, un’ulteriore ferita che rischierebbe di rimanere aperta come le altre.

Terni, 06 novembre 2020

 Fim Cisl

Il Segretario Simone Liti

 

Angelo Manzotti (Cisl Umbria): “Nuovi e pregressi problemi: l’Umbria deve ripensare il proprio modello economico e la formazione diventa strategica”

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“L’occupazione è in crollo e il ricorso agli ammortizzatori sociali è preoccupante. Se da una parte questo mette in luce parte delle conseguenze di questi mesi caratterizzati dal Covid-19, dall’altra evidenzia come i problemi strutturali del sistema economico permangano”.

Il segretario generale regionale Cisl Umbria Angelo Manzotti (nella foto) punta il dito sui dati regionali delle integrazioni salariali Covid-19, ma non solo e invita al confronto le istituzioni, sindacati, parte datoriale e università. La parola chiave di questo momento è formazione: per la Cisl Umbria gli ammortizzatori sociali sono necessari nell’immediatezza del momento ma il lavoratore, prima di tutto persona, quando espulso dal mercato del lavoro deve trovare una nuova collocazione, anche attraverso le politiche attive del lavoro. Il lavoro infatti – prosegue il sindacalista- è dignità e identità e solo attraverso la formazione questo processo è possibile. Il Governo a breve darà attuazione al Fondo per le nuove competenze e la Cisl Umbria vede positivamente questa scelta che, se ben utilizzata, potrebbe essere un’opportunità importante per il lavoratore e per tutto il mercato del lavoro oltre che per un cambio di consapevolezza per la collettività. Questo in un mercato del lavoro, dove la formazione non sempre è portata avanti come chiave strategica di risposta alle nuove sfide, rimanendo ancorata anche quest’anno a uno dei dati più bassi a livello europeo: solo l’8 per cento dei lavoratori italiani è inserito in un percorso formativo.

Tornando allo scenario regionale, la fotografia dell’Umbria e del fondo integrazione salariale alla fine di ottobre parla chiaro. “Questa si va ad aggiungere a una situazione pregressa – ad affermarlo è Manzotti -, dall’inizio dell’anno i beneficiari  del fondo integrazione salariale in Umbria (fonte Inps Umbria) sono stati di 74.919 unità (nella provincia di Perugia 59.824 mentre in quella di Terni 15.095), una situazione più gravosa per le donne che per gli uomini (rispettivamente  40.379 e 34.540). Questo spaccato però – precisa il sindacalista- si deve considerare alla luce di altri dati. In Umbria infatti i beneficiari della cassa integrazione ordinaria si attestano a 138.401 (in questo caso i maschi sono 105.851) e quelli dell’ammortizzatore in deroga 54.183 (dei quali la maggioranza donne: 33.748). La drammaticità del momento che si aggiunge ad altre difficoltà già esistenti in un modello che proprio adesso deve essere rivisto grazie al contributo di istituzioni, ma anche di rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro e dell’università”.

Questo per creare una prospettiva che permetta uno sviluppo sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale. “Centrali quindi sono le sfide che, oltre ad essere economiche hanno ricadute in termini sociali, come la digitalizzazione di tutta l’area regionale senza escludere alcuna area, il necessario superamento dei problemi infrastrutturali materiali e immateriali, il passaggio naturale tra mondo della formazione e mercato del lavoro, la gestione delle transizioni occupazionali e la formazione riguardo alle necessarie nuove modalità di lavoro come lo smart working e il diritto alla disconnessione”.

Per la Cisl Umbria ci vuole un cambio culturale, un nuovo approccio al lavoro. “In questo momento la parola chiave non può che essere formazione – conclude Manzotti-. In tal senso si pone come opportunità interessante il fondo delle nuove competenze, che deve essere utilizzato in sinergia e sintonia con i fondi interprofessionali. Presto sarà possibile accedere a questo fondo che è importante oltre che per le sue finalità anche perché valorizza come strumenti strategici la concertazione e la bilateralità, ponendo un primo importante tassello per una nuovo modo di concepire le politiche attive del lavoro”.