Erica Cassetta (Cisl Scuola Umbria): “Sicurezza prima di tutto”

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La segretaria generale regionale Cisl Scuola Umbria Erica Cassetta (nella foto): “Sicurezza prima di tutto: per il personale ma anche negli spostamenti e negli edifici scolastici. Bene rendere più frequente il confronto con la Regione”

Il tema della scuola con tutte le sue implicazioni (trasporto, sicurezza e vaccinazione del personale) è stato l’oggetto dell’incontro che si è svolto in videoconferenza questa mattina, 19 febbraio 2021, tra le organizzazioni sindacali e gli assessori regionali Paola Agabiti (delega all’istruzione e diritto allo studio) ed Enrico Melasecche (delega trasporti) e le organizzazioni sindacali di categoria.

La Cisl Scuola Umbria ha sottolineato la necessità di interventi a breve e a medio-lungo termine, nella consapevolezza che le decisioni prese oggi avranno importanza nel futuro. “E’ chiaro – fa sapere la segretaria generale regionale Cisl Scuola Umbria Erica Cassetta – che l’urgenza rimane la vaccinazione: questa va estesa a tutto il personale della scuola (dall’infanzia alle scuole superiori) e della Formazione Professionale. Dall’incontro – prosegue – sono emerse rassicurazioni per la somministrazione del vaccino a tutto il personale. Dalla prossima settimana dovrebbero iniziare le prenotazioni e la compilazione delle schede tecniche personali con l’ausilio del medico di famiglia”.
L’incontro ha riguardato anche i trasporti. “Il piano di inizio anno – ha affermato Cassetta – è stato riproposto dall’assessore Melasecche. Come Cisl Scuola abbiamo manifestato perplessità sulla doppia turnazione e quindi necessitiamo di ulteriori chiarimenti da parte dell’assessorato competente”.
Sull’edilizia scolastica la Cisl Scuola precisa che “questo rimane il grande tema. La sicurezza degli edifici scolastici, soprattutto in territori sismici, non è solo una necessità ma un’urgenza. Gli edifici dovranno essere concepiti non solo in termini di sicurezza, ma anche in ragione di una nuova didattica, che non prevede più centrale solo la lezione frontale”.
È importante che venga garantito il costante confronto tra le OO.SS e le istituzioni locali su tutti i principali temi che riguardano la vita della comunità scolastica soprattutto in un momento di così grave emergenza.

100 voci dal territorio: l’attivo unitario di Cgil, Cisl, Uil di Perugia

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CGIL CISL UIL riuniti in assemblea via web per dare seguito al percorso evidenziato nell’iniziativa del 13.10.2020 alla Sala dei Notari a Perugia evidenziano 8 filoni di priorità territoriali:

1. Sanità;
2. Infrastrutture;
3. Welfare;
4. Industria;
5. Scuola;
6. Sisma;
7. Turismo – Cultura
8. Ambiente – Rifiuti – Energia circolare

Questa estrema sintesi è oggetto di approfondimento rispetto al percorso che abbiamo di fronte, rappresentato : dalle risorse in campo, dalla pandemia in atto, dalla necessità di un progetto di cornice complessivo per un futuro della nostra società.
Per questo proponiamo un gruppo di lavoro confederale in sinergia con le categorie e i territori per un doppio lavoro: piattaforma provinciale Perugia e stabilire le priorità rispetto al recovery plan.
I contributi emersi vanno a sostegno del percorso sindacale che per la provincia di Perugia vede un appuntamento CGIL CISL UIL in piazza a breve (covid permettendo) per sottolineare esternamente la nostra esigenza, rispetto a chi rappresentiamo e alla società che auspichiamo.

Tutto in un percorso regionale che vedrà altri appuntamenti nel mese di marzo.

Ordine del Giorno Attivo Unitario Cgil, Cisl, Uil di Perugia del 15 febbraio 2021

Sviluppumbria, l’incontro con le organizzazioni sindacali si è tenuto lo scorso 10 febbraio

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Nella foto di repertorio, il segretario generale First Cisl Umbria Francesco Marini

Il giorno 10 febbraio si è svolta in modalità telematica l’incontro tra le organizzazioni sindacali regionali ed aziendali della FABI, FISAC CGIL, FIRST CISL E UILCA e la Amministratrice Unica di Sviluppumbria dott.ssa Michela Sciurpa.

Nel corso di tale incontro, la dottoressa Sciurpa ha presentato ai rappresentanti dei lavoratori le iniziative in atto, per raccogliere le istanze dei dipendenti della società regionale, in tema di: welfare aziendale, sistema valutativo delle performance lavorative, necessità formative e adeguamenti della struttura operativa.
I sindacati hanno accolto con favore quanto prospettato dall’A.U. su tali temi, augurandosi di poter al più presto continuare il confronto, in un’ottica costruttiva e di reciproca soddisfazione.

Le OO.SS, apprezzano il cambio di rotta nei rapporti industriali, tuttavia è necessario dare al più presto concretezza e riscontro ai lavoratori, in merito alle questioni da tempo giacenti sul tavolo. Questo sarebbe anche di grande aiuto, a migliorare la posizione strategica di Sviluppumbria, anche alla luce dell’opera di supporto che le eccellenze rappresentate dai suoi lavoratori, potrebbero avere a favore dell’economia regionale.

Rider, oggi l’open day formativo di Fit-Cisl Umbria su diritti e trattamento economico

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“Oggi, martedì 16 febbraio, la Fit-Cisl Umbria apre le proprie sedi per dedicare una speciale giornata ai rider allo scopo di informarli e formarli sui loro diritti e sui loro compensi”. Ne dà notizia la Fit-Cisl Umbria spiegando che: “L’iniziativa fa parte dell’open day organizzato dalla Fit-Cisl Nazionale, che lo stesso giorno svolgerà analoga iniziativa in tutte le regioni. Durante la giornata i rider della nostra regione potranno venire, previo appuntamento nel rispetto delle norme anti Covid, nelle nostre strutture per conoscere il contratto collettivo nazionale che si applica a loro di diritto, ovvero il Ccnl Logistica, Trasporto merci e Spedizione e le norme di sicurezza e potranno verificare se il loro trattamento economico è adeguato al lavoro che stanno svolgendo.

I rider sono una categoria di lavoratrici e lavoratori abbandonati a se stessi e attaccati a una piattaforma che li governa tramite un algoritmo che non hanno il diritto di conoscere. Sono diventati il simbolo del lavoro precario e pericoloso ma indispensabile per la società di oggi. Con la pandemia è sotto gli occhi di tutti che la loro attività è incrementata ma anche i rischi connessi con essa, a partire dagli incidenti stradali di cui sono vittime mentre lavorano o si recano a lavorare. Da anni la Fit-Cisl è impegnata in prima linea accanto a loro: già allo scorso rinnovo del Ccnl, quello 2017-2020, abbiamo previsto un capitolato apposta per loro. E non si contano le trattative che abbiamo avviato con le singole aziende”.

 

Concludono il segretario generale Fit Cisl Umbria Gianluca Giorgi e il responsabile dell’Area Merci e Logistica in Umbria Matteo Cappannelli (nella foto in alto a sinistra): “Il nostro lavoro però da solo non basta: vogliamo rendere i rider più consapevoli dei loro diritti in modo che possano contribuire fattivamente allo sviluppo ordinato del settore ed è per questa ragione che dedichiamo a loro un open day, che sarà il primo di una serie di iniziative”.

La Fp Cisl Umbria: “I dati Inail sugli infortuni Covid-19 nel 2020 sono chiari: il personale sanitario pesantemente colpito”

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DATI INAIL SUGLI INFORTUNI COVID-19 NEL 2020, PERSONALE SANITARIO PESANTEMENTE COLPITO.
CONTINUA L’IMPEGNO DEL SINDACATO DELLA FP CISL UMBRIA A TUTELA DEI PROFESSIONISTI DELLA SALUTE E PAZIENTI

I dati ufficiali Inail al 31 dicembre 2020 sugli infortuni sul lavoro da Covid-19 certificano purtroppo il forte impatto dell’emergenza pandemica tra i professionisti della Sanità, che da mesi stanno lottando per assistere i tanti contagiati.

Rispetto alla data di rilevazione del 30 novembre 2020 le denunce di infortunio da lavoro da Covid-19 sono aumentate a dicembre di 195 unità, con un incremento del 35%. Il rilevante aumento (ben piu’ 25,7% rispetto alla media nazionale) ha riguardato sia la provincia di Perugia che la provincia di Terni. Se nel corso della prima fase pandemica pre – estiva, l’andamento degli infortuni era più basso rispetto alla media nazionale, dal mese di ottobre si è verificato un costante, e pericoloso, incremento degli infortuni Covid-19.

L’Umbria registra, a partire dal mese di marzo 2020, 752 denunce complessive da infortunio per Covid-19, con una forte prevalenza di infortuni nel settore Sanità e delle donne (ben 477 le donne infortunate da Covid-19 rispetto a 275 uomini).

Il 62,9% degli infortuni complessivi si colloca infatti nell’ambito della Sanità e servizi alla persona e, tra questi, ben il 37,9% sono tecnici della salute, con particolare riferimento purtroppo agli infermieri che risultano essere l’86,9% dei cosiddetti tecnici della salute, infortunatisi per Covid-19. A seguire gli operatori socio – sanitari e coloro operanti presso le Rsa.

E’ ipotizzabile un ulteriore incremento degli infortuni legati al Covid-19 nei primi mesi del 2021, precedenti all’avvio della vaccinazione, per gli operatori sanitari. Il sindacato continuerà pertanto la sua azione a tutela della massima sicurezza di tutti i lavoratori della Sanità pubblica e privata e di coloro operanti presso le strutture socio – sanitarie, coinvolgendo i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza senza tralasciare la tutela psicologica di professionisti stressati da settimane di lavoro pericoloso, intenso e con impatti stressanti moto forti.

Il Responsabile Fp Cisl Umbria
Luca Talevi

Covid-19 e congedi parentali, il Coordinamento Donne Cisl Umbria: “E’ necessario un confronto con le istituzioni”

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COVID-19 E CONGEDI PARENTALI, IL COORDINAMENTO DONNE CISL UMBRIA APPREZZA L’INTERESSE DELLA REGIONE E CHIEDE DI APRIRE UN TAVOLO

La zona rossa è stata confermata per la provincia di Perugia e ciò riaccende questioni sollevate dal Coordinamento Donne della Cisl Umbria. Questioni che devono essere discusse urgentemente in un tavolo con le istituzioni, anche alla luce dell’interesse manifestato in questi giorni dalla Regione su temi che riguardano le famiglie umbre, che si trovano a dover conciliare il lavoro con le problematiche legate alla didattica a distanza (Dad).

Analizzando la situazione in essere, la coordinatrice donne della Cisl Umbria Sara Claudiani (nella foto) va al nocciolo del problema: “Come si può conciliare per i genitori lavoratori la didattica a distanza dei figli? Soprattutto se questi non possono usufruire di smart working o della disponibilità dei nonni?”. La questione investe molteplici aspetti: quello economico-tecnologico per chi deve accedere alla didattica a distanza, quello più prettamente lavorativo per i genitori e quelli della formazione complessiva dei giovani limitati, nella propria crescita, nei fondamentali momenti della socializzazione. “Proprio per la complessità della questione – sottolinea Claudiani – si rende necessario un confronto e quindi l’apertura di un tavolo”.

Tutto questo in una situazione grave nel suo complesso. “L’Istat – indica Claudiani – segnala che nel 2020 si sono persi 444 mila posti di lavoro, di cui 312 mila sono delle donne, in un Paese dove le donne si laureano più velocemente e con voti più alti. Le vere vittime dell’emergenza sociale ed economica scatenata dalla pandemia sono le donne che, peraltro, continuano ad essere uccise”.

Claudiani ritorna anche sulla questione del divario retributivo uomo-donna. “Secondo le Nazioni Unite per colmare il gender gap ci vorranno almeno 275 anni. L’Italia è drasticamente in ritardo: questo in un Paese che ha bisogno del mondo rosa, perché la piena partecipazione delle donne al mercato del lavoro farà aumentare in modo esponenziale il Pil globale”.

Claudiani conclude guardando al futuro: “Noi siamo pronte con le nostre proposte sul Recovery Plan: occupazione femminile ed infrastrutture sociali stabili. Il tempo dei bonus è terminato”.

Covid-19 e sanità umbra, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Umbria: “La sanità umbra non può sopportare altri ritardi”

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Preoccupazione sulla campagna vaccinale: sbagliato partire dai meno anziani, va fatto prevalere criterio di rischio ricovero e decesso

Nella foto i segretari generali regionali Maria Rita Paggio (Spi Cgil), Giorgio Menghini (Fnp Cisl) e Francesco Ciurnella (Uilp Uil)

“Se si trattava di sbagliare potevano fare da soli! Non era necessario fare arrivare qualcuno dal Veneto per assistere inermi alla disgregazione della sanità umbra”. La dura denuncia è quella dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Umbria, esasperati e molto preoccupati dall’atteggiamento dell’Assessore alla Salute Luca Coletto che per troppo tempo ha fatto orecchio da mercante riguardo alla richieste di un incontro con le Organizzazioni sindacali per affrontare costruttivamente l’emergenza sanitaria.

L’insufficienza dei servizi erogati e soprattutto la ormai insostenibile carenza di personale sta determinando disagi insopportabili per i cittadini umbri.

“Le sedi sindacali – riferiscono Spi, Fnp e Uilp Umbria – sono letteralmente tempestate di richieste di aiuto da parte di anziani, disabili, persone non autosufficienti e comuni cittadini le cui difficoltà per ottenere l’adempimento di un diritto essenziale come quello di farsi curare sembra sfuggire all’assessorato alla salute. Certo è che Coletto, non ha valutato bene quale importanza abbia il confronto con i corpi sociali intermedi, farebbe bene ad ascoltare i sindacati umbri che potrebbero magari aiutarlo a intraprendere la strada giusta”.

Sui vaccini agli ultra ottantenni, ad esempio, i sindacati pensionati ritengono sbagliata e pericolosa la scelta di partire dai più giovani anziché – come avviene nelle altre regioni – dai più anziani o secondo le indicazioni di priorità dei medici di famiglia. “Il principio da seguire dovrebbe essere quello del maggior rischio di ricovero e di decesso, per fermare la spirale di morti che sta cancellando un’intera generazione – affermano Spi, Fnp e Uilp – Invece si fa prevalere un criterio legato alla mobilità delle persone, che in questo momento, francamente, non è comprensibile”.

Anche sull’ubicazione dei punti di vaccinazione i sindacati chiedono rassicurazioni. “Sarà necessario che i luoghi scelti siano accessibili, soprattutto per le persone anziane – affermano i sindacati – anche per evitare di ingolfare il sistema di vaccinazione a domicilio per chi non è in grado di muoversi autonomamente”.

“Ci preoccupano inoltre – fanno sapere i segretari generali regionali Maria Rita Paggio (Spi Cgil), Giorgio Menghini (Fnp Cisl) e Francesco Ciurnella (Uilp Uil) – le situazioni critiche che permangono e che non hanno direttamente a che fare con il Covid-19: basti pensare a chi necessita di cure oncologiche e alla chiusura nell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia degli ambulatori”. L’allarme lanciato dalle sigle dei pensionati si unisce a quanto già ribadito nel corso della conferenza stampa confederale di Cgil, Cisl e Uil Umbria che si è tenuta sabato scorso e che ha messo in evidenza le criticità riguardanti l’istruzione, i trasporti ma anche e soprattutto la sanità.

“Le scelte dell’assessorato regionale – proseguono Paggio, Menghini e Ciurnella -, in questi lunghi mesi di Covid-19, non solo non sono state condivise con la categoria dei pensionati, ma non sono state nemmeno funzionali alla prevenzione di una pandemia che ci ha imposto ancora una volta la zona rossa nella provincia di Perugia e in sei comuni del ternano. Questa situazione ci preoccupa soprattutto alla luce dell’ospedale da campo donato e sito nella città capoluogo ma che non siamo stati ancora in grado di utilizzare a causa della mancanza di personale. Le assunzioni – precisano -, come richiesto in più occasioni anche dal sindacato, non sono ancora state fatte e il personale specializzato in cerca di lavoro, invece che trovare opportunità in Umbria si è dovuto spostare in altre regioni”.

La critica delle categorie dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil Umbria si rivolge anche alla medicina territoriale. “In una situazione come quella che stiamo vivendo – spiegano- sarebbe stato auspicabile trovare risposte dal proprio territorio, evitando il più possibile gli spostamenti in strutture di grandi dimensioni. Anche per questo si pone come prioritaria la questione della sicurezza del personale, anche attraverso un piano immediato di vaccinazione, per tutelare i lavoratori ma anche i pazienti e la comunità tutta. Per anni la sanità umbra è stata considerata un’eccellenza – concludono Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Umbria – e per ritornare a un’efficienza riconosciuta a livello nazionale dobbiamo dare risposte concrete alle esigenze umbre e a quelle dei territori che la costituiscono”.

Treofan Terni, Jindal chiede una proroga per riaprire il confronto

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Ancora qualche giorno per i lavoratori Treofan. Al tavolo che si è svolto stamattina in call tra ministero del Lavoro, sindacati, liquidatore e avvocati di jindal, presente anche il Mise, l’azienda ha chiesto un’ulteriore proroga dei tempi della procedura, al fine di provare a raggiungere un accordo tra le parti. “Si tratta evidentemente – sottolineano i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici- di un cambio di direzione da parte della multinazionale che può consentire la riapertura della trattativa come da noi richiesto”. Da oggi stesso ripartiranno le trattative e proseguiranno nei prossimi giorni, resta fondamentale la salvaguardia dei macchinari, indispensabili per garantire la possibilità di continuità produttiva. Per questo proseguirà l’occupazione della fabbrica.

Sulla TREOFAN è intervenuta anche la segretaria generale Femca Cisl Nora Garofano. A seguire la nota della Femca Comunicazione del 10 febbraio 2021.

TREOFAN, GAROFALO (FEMCA-CISL): “SUBITO UNA SOLUZIONE PER ASSICURARE REDDITO E OCCUPAZIONE E NON DISPERDERE LE PROFESSIONALITÀ”
“Il destino dello stabilimento Treofan di Terni sembra segnato: si va verso una cessazione dell’attività come già accaduto a Battipaglia. Adesso la priorità è salvaguardare i 140 lavoratori, assicurando loro gli ammortizzatori sociali e concordando con la proprietà, il Gruppo indiano Jindal, un processo di reindustrializzazione del sito produttivo. Oggi l’incontro con il liquidatore e il ministero del Lavoro è servito a prorogare di una settimana la scadenza della Cassa integrazione, ma bisogna fare in fretta”. Lo dichiara Nora Garofalo, segretaria generale Femca-Cisl. “I lavoratori – prosegue – sono sul piede di guerra, hanno già occupato lo stabilimento e sono pronti ad azioni eclatanti. Ai vertici della multinazionale, il cui comportamento ad oggi è stato alquanto discutibile, chiediamo un segno concreto di assunzione di responsabilità. La smettano di ignorare le più elementari regole delle relazioni industriali e si impegnino per trovare una soluzione per la continuità dell’attività, che assicuri occupazione, reddito dei lavoratori e non disperda le professionalità acquisite. L’imminente, nuovo incontro con il liquidatore e la società sarà l’occasione per misurare la serietà e il senso di responsabilità dei vertici della Jindal. Fermo restando che chiudere lo stabilimento di Terni vuol dire affossare l’intero polo chimico e tutto il territorio ternano, una opzione per noi inaccettabile”, ha concluso la segretaria generale della Femca.

Scuola, trasporti e sanità, Cgil, Cisl e Uil Umbria: “Queste le priorità”

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Il segretario generale regionale Fit Cisl Umbria Gianluca Giorgi intervistato dalla Rai prima della videoconferenza stampa

Assunzioni immediate e a tempo indeterminato in sanità per fronteggiare una situazione pandemica “fuori controllo” e fermare la “fuga di professionalità” verso altre regioni; investimenti e pianificazione per il sistema del trasporto pubblico locale, che necessita di risposte concrete da parte della Regione; riapertura, il prima possibile, delle scuole di ogni ordine e grado, con la creazioni di “presidi sanitari interni e l’avvio di un vero tracciamento per personale e studenti”. Sono queste in estrema sintesi secondo Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, le priorità da affrontare per tentare di uscire dalla situazione di “totale emergenza” nella quale la regione è piombata all’inizio del 2021. I tre sindacati stamattina in una conferenza stampa hanno riunito le categorie di sanità, scuola e trasporti, per offrire un quadro complessivo della situazione, definita “assolutamente preoccupate” e frutto, secondo Cgil, Cisl e Uil, di una “grave carenza di programmazione da parte della giunta regionale”.

“Ci troviamo costantemente a rincorrere dalla scorsa estate l’emergenza – hanno sottolineato i tre sindacati – che è sanitaria prima di tutto, ma anche economica e sociale. E deve essere chiaro che se l’Umbria è oggi la regione con i dati peggiori d’Italia non è per colpa del destino cinico e baro, ma perché sono mancate quelle risposte che i lavoratori e i sindacati chiedevano da mesi in termini di investimenti e organizzazione”. I sindacati hanno definito “gravissime” le carenze palesate in particolare dall’assessorato alla Sanità e la mancanza di un reale coinvolgimento del personale sanitario. Ma la carenza di ascolto e confronto è stata evidente anche sul fronte dei trasporti e della scuola.

Nei prossimi giorni sono fissati due tavoli regionali con Cgil, Cisl e Uil: il primo l’11 febbraio sul recovery fund e il secondo il 17 sulla task force contro i licenziamenti. “È chiaro che questi appuntamenti possono essere utili solo se la Regione assume la consapevolezza della necessità di un piano straordinario complessivo, che parta dall’emergenza sanitaria, perché se non si supera questa non può esserci ripresa economica – hanno concluso Cgil, Cisl e Uil – Per noi il confronto non è un fatto formale o rituale, di mero riconoscimento, ma l’occasione per dare voce a chi quotidianamente vive nei posti di lavoro l’emergenza e può offrire consigli e soluzioni utili. Non possiamo permetterci di sprecare questa occasione”.