Gualdo Tadino: i pensionati si mobilitano per una sanità pubblica e territoriale, vicino ai cittadini

by CISL LDS

Cgil, Cisl e Uil, il 16 novembre 2020, assieme alle categorie dei pensionati per chiedere la definizione delle risorse e del progetto esecutivo per realizzare la casa della salute

Uno dei momenti della manifestazione: il coordinatore dell’Area Sindacale Territoriale Cisl di Città di Castello, Antonello Paccavia, con una parte della delegazione della Cisl a Gualdo Tadino

Emergenza sanitaria: oggi pomeriggio tavolo d’urgenza tra Regioni e sindacati

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Cgil, Cisl e Uil a confronto con la presidente Tesei e l’assessore Coletto: ci aspettiamo impegni precisi su assunzioni e separazione percorsi
 
La Regione Umbria ha convocato d’urgenza per oggi pomeriggio, 10 novembre 2020, alle ore 16.00, in presenza, al salone d’Onore di palazzo Donini, i sindacati, Cgil, Cisl, Uil dell’Umbria e le rispettive categorie della sanità (Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl) per un incontro operativo, al quale parteciperanno la presidente Donatella Tesei, l’assessore alla Sanità Luca Coletto, il capo di gabinetto Federico Ricci e il direttore alla Salute e welfare Claudio Dario.
 
“Risponderemo presente a questa convocazione d’urgenza da parte della Regione nella consapevolezza della gravità della situazione e dello sforzo enorme che lavoratrici e lavoratori del sanità pubblico stanno facendo per garantire la tenuta del sistema – scrivono i sindacati – tuttavia, non ci interessano convocazioni rituali e informative. Abbiamo presentato da tempo una piattaforma sindacale, con proposte e rivendicazioni precise. Ci aspettiamo di uscire oggi da palazzo Donini con impegni e tempi chiari sulle assunzioni di personale a tempo indeterminato e con l’immediata convocazione del comitato per la salute e la sicurezza regionale che dovrà garantire standard di sicurezza adeguati per operatrici e operatori della sanità e per i cittadini, a cominciare dalla separazione dei percorsi e del personale tra Covid e non”.

La Cisl reti nasce anche in Umbria

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IL SEGRETARIO SIMONA GAROFANO: “PIU’ FORTI PER AFFRONTARE LA SFIDA DELLO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE, ASSO FONDAMENTALE PER IL RILANCIO ECONOMICO”

Nasce la Cisl Reti anche in Umbria dall’accorpamento di due federazioni della Cisl: la Fistel (informazione, spettacolo e telecomunicazioni) e la Flaei (lavoratori aziende elettriche italiane). Questo pomeriggio, 6 novembre 2020, in videoconferenza sono stati eletti come segretario generale Simona Garofano (nella foto a sinistra) e come membri di segreteria Maurizio Ottaviani e Ciro Di Noia. Presente dalla postazione di Perugia anche il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti.

Il segretario generale Cisl Reti Umbria Simona Garofano con il membro di segreteria Maurizio Ottaviani

“Dopo un’attenta analisi, che si è sviluppata e arricchita nei mesi, oggi anche in Umbria si compie questo importante passo – spiega Simona Garofano -. In questo modo infatti la Cisl intende rafforzare il mondo della rappresentanza dei lavoratori delle reti, della digitalizzazione e la costituzione di una rete unica. In Umbria in special modo – continua- si rende indispensabile la digitalizzazione per lo sviluppo anche dei territori più piccoli che, proprio come dimostrato in questi mesi di pandemia e quindi di ricorso allo smart working e alle lezioni a distanza, presentano grandi limitazioni.

Nella foto di repertorio il membro della segreteria Cisl Reti Umbria Ciro Di Noia

Questioni che devono essere affrontate anche grazie alle risorse offerte dal New Generation Fund e da un percorso concertativo con le istituzioni locali e regionali”.

Simone Liti (Fim Cisl Umbria): “Nel momento più inedito e delicato della nostra storia ogni decisione deve essere condivisa”

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L’obiettivo è stato raggiunto in pieno: uscire dalle fabbriche per far sentire la voce dei tanti lavoratori metalmeccanici della nostra provincia, la buona riuscita arriva anche in un periodo in cui molta gente  ha fatto  un lungo periodo di cassa integrazione e con l’incertezza ancora alta, ma i lavoratori metalmeccanici vogliono  il rinnovo del Contratto Nazionale.

Il rinnovo del CCNL è elemento di garanzia, di tutele, di distribuzione economica e di prospettiva, la situazione economica post-Covid  non può essere un alibi per non rinnovare il Contratto dei Metalmeccanici che si propone di valorizzare e meglio promuovere il lavoro per i prossimi anni di ripresa economica e occupazionale. Ora è il momento che la trattativa riparta!

Dal 2004 prima grande crisi Ast, la perdita delle produzioni del magnetico, 2008 la grande crisi economica la situazione della provincia di Terni continua ad essere in spirale senza fine,sul fronte del lavoro. I colpi dalla crisi  non sono ancora stati assorbiti  e le vecchie crisi si aggiungono alle nuove che per certi indicatori economici danno nuovi segni strutturalità e di conseguenza fragilità del lavoro. Per questo il nostro territorio sta vivendo questa fase storica nel peggiore  dei modi che ben presto da crisi occupazionale si passerà a una crisi economica cittadina.

E’ di certo il momento più inedito e delicato della nostra storia, come Paese e come Regione e come Territorio proprio per questo, qualunque decisione deve essere condivisa, pensata e non penalizzante, specie quando riguarda il lavoro e le prospettive future di tante famiglie.

Come sempre in queste situazioni, le vittime designate sono i lavoratori e le loro famiglie. Se la chiusura di una grande azienda è una sconfitta per tutti, differenti però sono le conseguenze tra imprenditore/multinazionale e lavoratori. Soprattutto la rabbia cresce quando ci si sente inascoltati da parte della politica che ha nel suo scopo principale l’essere al servizio dei cittadini, dando risposte concrete ai loro bisogni e RISPOSTE CONCRETE VANNO DATE NEL MOMENTO DI DIFFICOLTA’ AI LAVORATORI CHE CON I LORO SACRIFICI LA LORO PERSEVERANZA NELLA LOTTA E NEL DIFENDERE IL PROPRIO POSTO DI LAVORO RAPPRESENTANO L’ITALIA MIGLIORE!!!

Come Fim Cisl  sosteniamo con forza i colleghi della TREOFAN nelle loro iniziative dopo che l’azienda ha presentato un piano di chiusura che è “irricevibile” , in un momento tanto delicato per il nostro Paese e per l’intera economia territoriale. La solidarietà di tutta la Fim Cisl è piena pronti a partecipare alle iniziative che vorranno mettere in campo a sostegno della loro vertenza.

A loro va il nostro pensiero e l’auspicio che dal confronto possa emergere una soluzione diversa

L’incertezza è di nuovo il leitmotiv nei lavoratori delle Acciaierie Ternane, ogni dieci anni la vertenza di Acciai Speciali Terni si presenta… questa volta ha anticipato! Abbiamo iniziato un confronto sul piano di transizione che ci porterà verso scenari nuovi e diversi della Thyssenkrupp. Il negoziato è tutto in salita c’è bisogno che la dirigenza sia meno rigida sulle posizioni per evitare una “fase di pericoloso stallo” che rischia di generare una totale incertezza in migliaia di lavoratori e cittadini. Come Fim Cisl vorremmo ricordare all’attuale dirigenza quanti sacrifici i lavoratori delle Acciaierie hanno fatto e stanno facendo sia in termini occupazionali che in termini salariali frutto questo  delle  cattive gestioni della casa madre tedesca Thyssenkrupp, pertanto anche in questo giro non si  possono continuare scaricare su tutti i lavoratori diretti e dell’indotto, siano essi operai che impiegati che quadri che somministrati tagli o costi troppo cari da pagare!

Ci auguriamo che la particolarità dei tempi e la consapevolezza del valore di una presenza come AST che da sempre fa ed è riferimento alla città e il valore che rappresenta tutta l’industria la manifattura sia  ancora valutata da tutti motore trainante  e sia presa in giusta considerazione da tutti i soggetti deputati, altrimenti questa volta un ulteriore colpo rappresenterebbe un cedimento non più risanabile sia sotto il profilo occupazionale sia sotto il profilo  dell’economia, un’ulteriore ferita che rischierebbe di rimanere aperta come le altre.

Terni, 06 novembre 2020

 Fim Cisl

Il Segretario Simone Liti

 

Angelo Manzotti (Cisl Umbria): “Nuovi e pregressi problemi: l’Umbria deve ripensare il proprio modello economico e la formazione diventa strategica”

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“L’occupazione è in crollo e il ricorso agli ammortizzatori sociali è preoccupante. Se da una parte questo mette in luce parte delle conseguenze di questi mesi caratterizzati dal Covid-19, dall’altra evidenzia come i problemi strutturali del sistema economico permangano”.

Il segretario generale regionale Cisl Umbria Angelo Manzotti (nella foto) punta il dito sui dati regionali delle integrazioni salariali Covid-19, ma non solo e invita al confronto le istituzioni, sindacati, parte datoriale e università. La parola chiave di questo momento è formazione: per la Cisl Umbria gli ammortizzatori sociali sono necessari nell’immediatezza del momento ma il lavoratore, prima di tutto persona, quando espulso dal mercato del lavoro deve trovare una nuova collocazione, anche attraverso le politiche attive del lavoro. Il lavoro infatti – prosegue il sindacalista- è dignità e identità e solo attraverso la formazione questo processo è possibile. Il Governo a breve darà attuazione al Fondo per le nuove competenze e la Cisl Umbria vede positivamente questa scelta che, se ben utilizzata, potrebbe essere un’opportunità importante per il lavoratore e per tutto il mercato del lavoro oltre che per un cambio di consapevolezza per la collettività. Questo in un mercato del lavoro, dove la formazione non sempre è portata avanti come chiave strategica di risposta alle nuove sfide, rimanendo ancorata anche quest’anno a uno dei dati più bassi a livello europeo: solo l’8 per cento dei lavoratori italiani è inserito in un percorso formativo.

Tornando allo scenario regionale, la fotografia dell’Umbria e del fondo integrazione salariale alla fine di ottobre parla chiaro. “Questa si va ad aggiungere a una situazione pregressa – ad affermarlo è Manzotti -, dall’inizio dell’anno i beneficiari  del fondo integrazione salariale in Umbria (fonte Inps Umbria) sono stati di 74.919 unità (nella provincia di Perugia 59.824 mentre in quella di Terni 15.095), una situazione più gravosa per le donne che per gli uomini (rispettivamente  40.379 e 34.540). Questo spaccato però – precisa il sindacalista- si deve considerare alla luce di altri dati. In Umbria infatti i beneficiari della cassa integrazione ordinaria si attestano a 138.401 (in questo caso i maschi sono 105.851) e quelli dell’ammortizzatore in deroga 54.183 (dei quali la maggioranza donne: 33.748). La drammaticità del momento che si aggiunge ad altre difficoltà già esistenti in un modello che proprio adesso deve essere rivisto grazie al contributo di istituzioni, ma anche di rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro e dell’università”.

Questo per creare una prospettiva che permetta uno sviluppo sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale. “Centrali quindi sono le sfide che, oltre ad essere economiche hanno ricadute in termini sociali, come la digitalizzazione di tutta l’area regionale senza escludere alcuna area, il necessario superamento dei problemi infrastrutturali materiali e immateriali, il passaggio naturale tra mondo della formazione e mercato del lavoro, la gestione delle transizioni occupazionali e la formazione riguardo alle necessarie nuove modalità di lavoro come lo smart working e il diritto alla disconnessione”.

Per la Cisl Umbria ci vuole un cambio culturale, un nuovo approccio al lavoro. “In questo momento la parola chiave non può che essere formazione – conclude Manzotti-. In tal senso si pone come opportunità interessante il fondo delle nuove competenze, che deve essere utilizzato in sinergia e sintonia con i fondi interprofessionali. Presto sarà possibile accedere a questo fondo che è importante oltre che per le sue finalità anche perché valorizza come strumenti strategici la concertazione e la bilateralità, ponendo un primo importante tassello per una nuovo modo di concepire le politiche attive del lavoro”.

Uno scenario di crescita umana, sociale, culturale

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Pubblicato su “Dirigenti News” n.34 – 2 novembre 2020

Rivista periodica della CISL Scuola

“Preside, ma lei continua a venire a scuola con la cartella ed i libri come noi” mi ha detto una mattina, sorridendo garbatamente, un alunno di quarta classe che ha varcato il portone d’ingresso insieme a me. Ho contraccambiato il sorriso e ci siamo augurati una buona giornata. Questo ragazzo ha colto un elemento essenziale. Chi opera a scuola mantiene una vicinanza alla gioventù che è energia, curiosità, desiderio di socializzare e tanto altro e forse mantiene anche un certo modo di fare.
La scuola ha attraversato a vario titolo quasi tutta al mia vita , ma al di là del dato personale, la scuola comunque fa parte della vita, della vita di ognuno di noi, secondo tempi e ruoli diversi; ma, anche quando il tempo della scuola è trascorso, perché si è adulti e si svolge una professione non legata a quel mondo, la scuola rimane una sorta di pietra miliare per quello che si è ricevuto in crescita e formazione, per le amicizie che in quegli anni si sono costruite e che non ci abbandonano mai, anche senza frequentazione, e rimangono caratterizzate da freschezza , fiducia, spontaneità. Forse è per questo che la lontananza da scuola genera – prevedibilmente in alcuni, imprevedibilmente in altri – anche un po’ di nostalgia.
Mi chiedo se anche per gli studenti e le studentesse che hanno vissuto un anno scolastico a metà e ora, appena iniziato quello corrente, si sono visti ricondotti a studiare in gran parte in didattica a distanza, si potrà dire la stessa cosa. A vederli entrare la mattina all’inizio delle lezioni, a guardarli stare insieme tra loro e con i loro insegnanti durante le pause ricreative sembrerebbe di sì. Sono inaspettatamente disciplinati, scherzano tra loro senza eccedere, non prendono da soli iniziative poi difficili da governare come spesso è accaduto. Eppure, in questo “ordine imprevisto”, per così dire, c’è un nuovo elemento, c’è un nuovo, sia pur parziale, silenzio; quel vociare naturale che riempie spesso aule, corridoi, cortili si è attenuato e, in certi momenti della mattina, quasi assopito restituendo a tratti un senso di irrealtà.
Abbiamo lavorato incessantemente dal quel famoso 5 marzo, prima ancora attoniti, per organizzare la didattica a distanza, poi per consegnare i devices, in pieno lockdown, nei posti più lontani a quegli alunni che non dovevano rimanere senza contatto, poi per verificare la possibilità di porre in atto lo smart working, e ancora per rimodulare la programmazioni e le rubriche di valutazione, per studiare la nuova normativa sulla valutazione finale, scrutini ed esame di stato. E così via per tutta l’estate per trovare gli spazi, per misurare le distanze necessarie, per individuare ogni genere di fabbisogno, per elaborare protocolli e misure di contenimento vivendo la preoccupazione di non aver fatto mai abbastanza o in modo adeguato tutto quanto necessario per tornare tra i banchi in sicurezza.
Ma quando, il primo giorno di lezione, gli studenti sono rientrati a scuola ed è trascorsa la prima giornata e poi le altre a seguire, tutto il lavoro fatto ha acquistato un significato più chiaro e netto e si è tradotto – quasi una rappresentazione plastica – nei volti degli alunni, nell’impegno degli insegnanti. Soprattutto le classi prime sono apparse attente, partecipi, pronte a darsi una fisionomia, ad entrare a far parte della comunità, a conquistare i loro spazi; specie nelle lezioni di laboratorio sono apparse operose e, a tratti, entusiaste. Ma quel silenzio parziale è rimasto. Ed è da quello che ora dobbiamo partire e andare avanti cercando di colmarlo, è il silenzio di una relazione quotidiana che a marzo si è inaspettatamente interrotta, di uno scambio, a volte anche conflittuale, che si è forzatamente interrotto, di desiderio di incontrare compagni ed insegnanti che è stato affidato ad un monitor, a una voce disturbata da rumori e a tratti interrotta in una dimensione tecnologica che si è sostituita ad una spontaneità vivace e dinamica.
Su quel silenzio parziale dobbiamo intervenire con la nostra azione educativa e, oggi più che mai, far sentire a questa generazione, che ha vissuto l’improvvisa distanza, e a volte la frattura, da una parte significativa della propria esistenza di adolescenti, la possibilità di ritrovare un percorso condiviso. Sarà la nostra capacità di prendere in carico, di aver cura di questi ragazzi a fare la differenza e non solo a scuola, ma ad iniziare dalla scuola. L’auspicio è che gli studenti e le studentesse possano fare il miglior uso di questo luogo di vita di grande valore simbolico e di questo “tempo ritrovato” dell’incontro con i compagni, con gli insegnanti e con tutti noi, l’auspicio è che rispondano con impegno, interesse, partecipazione come hanno mostrato già di fare.
Dico ciò nel convincimento che la scuola, la scuola pubblica che a tutti appartiene, sia scenario di crescita umana, sociale e culturale per costruire ora, perché possa essere consolidata in futuro, una identità civile ed etica che oggi, per tanti motivi, appare più necessaria ed urgente che mai per disegnare l’orizzonte di un nuovo cammino dell’umanità. Solo insegnando ed apprendendo il prezioso esercizio della cultura della tolleranza, della solidarietà, della legalità fatta di rispetto per tutti gli altri e per ciascuno, i nostri giovani potranno crescere in armonia ed essere pronti a compiere le scelte più consone per la loro vita futura.

Bianca Maria Tagliaferri, dirigente scolastica dell’Istituto Alberghiero di Assisi (PG)

Nidil, Felsa e Uiltemp per i lavoratori delle agenzie di lavoro e impegnati nella lotta al Coronavirus

by CISL LDS

Nella foto il segretario generale regionale Felsa Cisl Umbria Rocco Ricciarelli al sit-in di Perugia a sostegno dei lavoratori dello spettacolo

Nel cuore di una nuova emergenza sanitaria conclamata che, stando ai numeri dei contagi, sta attraversando significativamente la nostra regione, evidenziamo come le legittime richieste, per la stabilità lavorativa, rispetto alle quali FeLSA CISL, NIdiL CGIL, UILTemp hanno chiamato i lavoratori alla mobilitazione e allo sciopero nazionale lo scorso 24 luglio sono rimaste senza risposta.

Per questo chiediamo alla Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore alla Sanità che ai lavoratori assunti a tempo determinato e indeterminato dalle agenzie di lavoro e impegnati nella lotta al Coronavirus nella sanità pubblica venga al più presto dischiuso l’accesso ai concorsi riservati dalla c.d. Legge Madia valorizzando l’anzianità di servizio svolta in somministrazione.

Si tratta infatti di lavoratori che svolgono le stesse mansioni dei lavoratori assunti direttamente dalle aziende sanitarie e ospedaliere e sostengono, ormai da anni, l’operatività del servizio sanitario nazionale pur non essendone dipendenti.

E’ necessario, se non indispensabile, garantire oggi opportunità di inserimento a chi già possiede una professionalità collaudata.

Aspettiamo quindi con urgenza risposte concrete

 

Perugia, 30/10/2020

Nidil Cgil Perugia (Vanda Scarpelli)

Nidil Cgil Terni (Luca Solano)

Felsa Cisl Umbria (Rocco Ricciarelli)

Uiltemp Umbria (Roberta Giovannini)

“L’assenza Spettacolare”: sit-in a Perugia. Poi l’incontro dei sindacati con il Prefetto

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Simona Garofano, il segretario generale Fistel Cisl Umbria, al sit-in perugino

“I lavoratori dello spettacolo oggi, 30 ottobre 2020, scendono in piazza in tutta Italia per sostenere il settore con risorse importanti e riforme che mettano al centro degli impegni del governo il riconoscimento della cultura come bene e welfare da offrire a tutti i cittadini e per dire no alla chiusura di cinema e teatri. Questi luoghi offrono sì un momento di svago, ma soprattutto sono spazi dedicati alla cultura, nei quali persone, cittadini e famiglie approfondiscono temi, si mettono in discussione e si arricchiscono di idee per una crescita individuale e collettiva della comunità”. Così Simona Garofano, segretario generale Fistel Cisl Umbria, questa mattina da piazza Italia a Perugia manifesta a fianco di lavoratori che in questi mesi sono stati fortemente colpiti dalle restrizioni necessarie per fronteggiare una pandemia che, con l’inverno alle porte, mostra ancora dati preoccupanti.

“Una situazione particolarmente difficile per questo mondo, che risulta essere particolarmente complesso dalla diversità delle persone impegnate e dalle modalità di impiego delle stesse – precisa Garofano-: le ulteriori restrizioni e chiusure previste dall’ultimo Dpcm non possono che preoccuparci”. Infatti, se a preoccupare la Fistel Cisl Umbria da una parte ci sono i lavoratori dei teatri pubblici e quelli delle fondazioni lirico sinfoniche -questi ultimi in attesa anche del rinnovo del CCNL-, dall’altra c’è la drammatica situazione delle partite iva e dei precari. “Tanti lavoratori di questo settore – spiega- hanno deciso di offrire la propria professionalità e creatività ad un mondo che offre grandi soddisfazioni, ma poche certezze. Questa giornata e questa piazza è il luogo giusto per ricordare l’importanza della cultura e di questi lavoratori. Non dobbiamo dimenticare – conclude Garofano- che la cultura e il suo sviluppo trovano riconoscimento anche nella Costituzione”.
 

Il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti in piazza Italia a Perugia assieme al segretario generale Felsa Cisl Umbria Rocco Ricciarelli e al coordinatore dell’Area Sindacale Territoriale di Perugia Valerio Natili

Presente al sit-in perugino, assieme al coordinatore dell’Area Sindacale Territoriale Cisl Perugia Valerio Natili e il segretario generale Felsa Cisl Umbria Rocco Ricciarelli, anche il segretario generale regionale Cisl Umbria Angelo Manzotti che ha ribadito la strategicità e il ruolo economico di questo settore anche in termini di promozione del territorio e delle sue eccellenze. “Nella filiera turismo-ambiente-cultura e quindi della promozione del territorio in tutte le sue forme – ha sottolineato – si colloca a pieno titolo anche l’attività di questi lavoratori che, anche grazie a nuove idee e creatività, supportate dall’ausilio di nuovi strumenti di comunicazione, promuovono l’Umbria con la propria storia, tradizione e peculiarità anche fuori regione”.

 
I sindacati sono stati ricevuti dal Prefetto di Perugia.