Riaperte le prenotazioni sanitarie, resta il problema dei 150 lavoratori precari

Nidil Cgil e Felsa Cisl tornano a chiedere risposte alla Regione: “Se non arrivano siamo pronti alla mobilitazione”

Nella foto il segretario generale regionale Felsa Cisl Umbria Rocco Ricciarelli

La riapertura a partire da oggi delle prenotazioni sanitarie di primo accesso, cosi come definita nelle linee di indirizzo per le attività sanitarie nella fase 3 della Regione dell’Umbria, ha prodotto una notevole affluenza di cittadini, che in alcuni punti ha creato code e lunghi tempi di attesa. A denunciarlo in una nota sono Nidil Cgil di Perugia e Terni e Felsa Cisl che sottolineano come, in considerazione della nuova organizzazione dei cup, stabilita sempre dalla Regione, che prevede preventivi accordi telefonici o prenotazione per via telematica, gli operatori in alcune postazioni si siano trovati a fare front-office e back-office contemporaneamente, cioè a rispondere ai cittadini allo sportello e allo stesso tempo al telefono o alle e-mail.

“Si tratta di operatori che – sottolineano Nidil Cgil e Felsa Cisl – hanno sempre svolto il loro servizio in front office anche durante l’emergenza Covid. Operatori precari che da anni attendono di veder riconosciuto il loro lavoro. Da tempo abbiamo chiesto un incontro con la Regione e con Umbria Salute per sostenere il percorso già individuato di valorizzazione del lavoro nei Cup. Ad oggi registriamo un silenzio assordante – continuano i sindacati – ancora più grave perché in gioco ci sono le esigenze di salute dei cittadini”.
I sindacati chiedono di conoscere come si intende riorganizzare il servizio e quale sarà il futuro dei 150 lavoratori in somministrazione. “In assenza delle necessarie risposte in tempi rapidi ci si troverà nelle condizioni di promuovere iniziative di mobilitazione”, concludono Nidil e Felsa.