Il rischio di essere donne…

Intervento di Sara Claudiani, Coordinatrice Donne Cisl Umbria

In questo 25 novembre 2023 il Coordinamento donne Cisl Umbria pone l’accento sul rischio di essere donne. Il rischio che, continuano a correre le donne Ucraine che, ogni giorno, sfidano la morte in una guerra ingiusta; le donne Afgane che, stanno vivendo un’apartheid di genere, e non possono studiare e lavorare, ma vivere velate dai sette anni, rischiando la lapidazione per futili motivi; le donne Iraniane che, pur rischiando la vita per una ciocca di capelli fuori dal velo, vengono uccise o arrestate subendo violenze di ogni genere, ma che insieme agli studenti, continuano a protestare, anche sull’incomprensibile scelta dell’Onu di affidare all’Iran il semestre sui diritti civili, in un Paese dove nessun tipo di diritto pare mai esistito. Senza dimenticare le donne violentate, brutalizzate ed uccise in Medioriente. Noi siamo accanto a tutte loro e non spegneremo mai i riflettori sulle loro battaglie per vivere libere.
Corriamo rischi diversi nei Paesi liberi eppure una donna uscendo la sera può essere vittima di aggressioni o violenze semplicemente per un lampione della luce non funzionante in una strada buia.
Ciò che ci preoccupa di più sono i continui aggiornamenti dei dati sui femminicidi. Dal primo gennaio al 19 novembre 2023 sono 105 de donne che hanno perso la vita, di cui 75 uccise in ambito familiare e affettivo. Rispetto al 2022 sono aumentati, purtroppo, del 6 per cento, ma soprattutto è cresciuta l’efferatezza e la ferocia degli omicidi: donne uccise con numerose coltellate, bruciate vive nella loro auto e colpite a morte con una panchina. Non dobbiamo più accettare l’ultimo incontro, dopo avere concluso un rapporto sentimentale. Le donne vengono uccise due volte: dalla mano assassina e dallo Stato che le ignora persino quando denunciano e le umilia con sentenze discutibili e sconti di pena vergognosi. Noi chiediamo da tempo che le forze dell’ordine e la magistratura creino un reparto speciale che affronti soltanto questi tipi di reato, in modo che il Codice rosso non resti soltanto un’utopia. Tutto questo affinché le donne si possano fidare e sentirsi accolte, facendo crescere i numeri delle denunce. Ad oggi il 10% delle donne denuncia una violenza subita, pur sapendo che questo può significare una condanna a morte.
Non accettiamo più che amore e violenza si trovino nella stessa frase; cambiando, prima di tutto, nel nostro Paese, l’immagine culturalmente arretrata delle donne. Per una donna inoccupata il controllo economico è una forma di violenza. Per questo guardiamo con favore l’accordo sottoscritto pochi giorni fa a Città di Castello che vuole supportare le donne vittime di violenza tentando di dar loro un lavoro, un’opportunità di indipendenza. Sappiamo bene che però solo sviluppando sinergie tra enti ed associazioni in un percorso concertativo sarà possibile incidere in modo concreto ed efficace in un contesto che ha comunque ancora necessità di un cambio culturale, di “educazione sentimentale” come spesso si sente in questi giorni. È necessario che, in Italia, donne, vita e libertà diventi un mantra quotidiano delle donne e di tutti gli uomini che, vogliono fermare definitivamente la mattanza quotidiana delle morti.
Perugia, 22 novembre 2023