Case popolari, i sindacati: “Grossa ingiustizia”

 

conferenza stampa 10 giugno“La nuova legge regionale n. 3 del 29 maggio 2019 in materia di edilizia residenziale pubblica è una clamorosa ingiustizia”: i sindacati e le associazioni degli inquilini dell’Umbria Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini, assieme a Cgil, Cisl e Uil regionali, denunciano con forza l’iniziativa legislativa presa dalla Regione Umbria, peraltro dopo le dimissioni della Presidente Catiuscia Marini, che colpisce duramente le fasce più deboli tra gli assegnatari delle case popolari in Umbria (circa 7 mila famiglie).

“La nuova legge – hanno spiegato i rappresentanti di associazioni e sindacati nel corso della conferenza stampa di questa mattina-  varata senza tenere minimamente in considerazione le nostre proposte, introduce anche per la determinazione dei canoni l’Isee, strumento in questo caso distorsivo che penalizzerà fortemente i nuclei con un solo componente (circa 2 mila persone), producendo un incremento del canone che potrà arrivare fino al 300 per cento”.

L’esempio portato dai sindacati è quello di una persona ultraottantenne, rimasta sola, con un reddito di 7142 euro lordi che, attualmente paga un canone di circa 40 euro mensili, ma con la nuova normativa a regime andrà a pagarne circa 120 euro.  

“Eravamo già la terza regione con il canone medio più alto d’Italia (115 euro), ora –hanno sottolineato i sindacati- saremo di gran lunga la prima, raggiungendo una media di circa 140 euro. Non a caso –hanno aggiunto- l’Isee è applicato soltanto in tre regioni”.

Altra gravissima questione è quella della reintroduzione –nonostante la precedente cancellazione ottenuta grazie alla mobilitazione dei sindacati- del limite di 10 mila euro di beni mobili per poter mantenere il diritto alla casa popolare. “Questo significa –hanno spiegato in conferenza stampa- che un nucleo familiare che possiede una piccola utilitaria potrebbe perdere il diritto alla casa e quindi essere cacciato”.

“Appare chiaro che l’unico scopo di questa legge vergognosa è quello di fare cassa, nonostante i conti di Ater  (Azienda territoriale di edilizia residenziale) siano già in attivo – hanno concluso i sindacati-, per questo da subito avvieremo una campagna di assemblee nei quartieri popolari per informare gli assegnatari e la cittadinanza tutta in vista di una grande mobilitazione entro il mese di settembre”.

Cgil, Cisl e Uil Umbria

Perugia, 10 giugno 2019