100 voci dal territorio: l’attivo unitario di Cgil, Cisl, Uil di Perugia

by CISL LDS

CGIL CISL UIL riuniti in assemblea via web per dare seguito al percorso evidenziato nell’iniziativa del 13.10.2020 alla Sala dei Notari a Perugia evidenziano 8 filoni di priorità territoriali:

1. Sanità;
2. Infrastrutture;
3. Welfare;
4. Industria;
5. Scuola;
6. Sisma;
7. Turismo – Cultura
8. Ambiente – Rifiuti – Energia circolare

Questa estrema sintesi è oggetto di approfondimento rispetto al percorso che abbiamo di fronte, rappresentato : dalle risorse in campo, dalla pandemia in atto, dalla necessità di un progetto di cornice complessivo per un futuro della nostra società.
Per questo proponiamo un gruppo di lavoro confederale in sinergia con le categorie e i territori per un doppio lavoro: piattaforma provinciale Perugia e stabilire le priorità rispetto al recovery plan.
I contributi emersi vanno a sostegno del percorso sindacale che per la provincia di Perugia vede un appuntamento CGIL CISL UIL in piazza a breve (covid permettendo) per sottolineare esternamente la nostra esigenza, rispetto a chi rappresentiamo e alla società che auspichiamo.

Tutto in un percorso regionale che vedrà altri appuntamenti nel mese di marzo.

Ordine del Giorno Attivo Unitario Cgil, Cisl, Uil di Perugia del 15 febbraio 2021

2021, la priorità è fermare i licenziamenti

Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria in conferenza stampa: serve una task force permanente per gestire vertenze e criticità

Una task force regionale, composta da tutte le forze sociali e dalle istituzioni, per evitare i licenziamenti: è la proposta che Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria hanno avanzato stamattina, 4 gennaio 2021, nel corso di una videoconferenza stampa alla quale hanno preso parte i tre segretari generali Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Claudio Bendini (nella foto). “Quello che chiediamo alla Regione, a partire dall’assessore Fioroni, è di creare subito una struttura permanente, un luogo di discussione e confronto preventivo, che si attivi automaticamente ogni qualvolta ci siano criticità e posti di lavoro a rischio – hanno spiegato Sgalla, Manzotti e Bendini – questo sia per arginare le tante vertenze che hanno caratterizzato il 2020, sia per prepararci all’impatto dello sblocco dei licenziamenti che avverrà presumibilmente a fine marzo, attraverso un uso della solidarietà difensiva, della formazione e della riqualificazione professionale, con l’obiettivo di non perdere nemmeno un altro posto di lavoro”. 

Ma il 2021 dovrà essere, per Cgil Cisl e Uil, anche l’anno del cambio di passo sul versante degli investimenti e del rilancio economico: “Le risorse senza precedenti in arrivo dall’Europa che saranno disponibili per la nostra regione richiedono una vera concertazione, che non è quella sbandierata dalla giunta nella conferenza stampa di fine anno – hanno rimarcato i tre segretari – al contrario ci vuole un reale coinvolgimento di tutte le parti sociali, insieme ai soggetti pubblici (Gepafin e Sviluppumbria) per costruire un progetto comune che parta dal rilancio dell’occupazione, in particolare di giovani e donne, dal sostegno alle piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale dell’economia regionale, dagli investimenti in sostenibilità, digitalizzazione e riconversione ambientale e dal potenziamento del sistema di sociosanitario”.

E a proposito di sanità, Cgil, Cisi e Uil hanno rivendicato la piena attuazione dell’accordo sottoscritto nel novembre 2020 con la giunta regionale, che prevedeva investimenti per la sicurezza, ridefinizione dei fabbisogni alla luce delle novità normative e assunzioni di personale a tempo indeterminato. “La mancata attuazione di questi impegni sta continuando ad impoverire il nostro sistema sanitario, visto che professionisti formati e impiegati in questi mesi in Umbria continuano a lasciare la nostra regione perché vengono assunti con contratti stabili da altre regioni limitrofe”.   

È su questi nodi centrali che i sindacati valuteranno l’operato della giunta regionale nei prossimi mesi, consapevoli del fatto che il divario crescente con le regioni più dinamiche del Paese, che in questi anni si è andato allargando, va assolutamente ristretto.