Cgil, Cisl e Uil chiamano i Comuni della provincia di Perugia: “Apriamo una stagione di contrattazione territoriale”

by CISL LDS
“Nell’emergenza sanitaria ed economica i Comuni della provincia di Perugia possono e devono mettere in campo politiche di sostegno alle fasce sociali più deboli e alle famiglie in maggiore difficoltà. Uno strumento importante per farlo è quello della contrattazione territoriale, per questo chiederemo alle amministrazioni della nostra provincia di aprire una fase straordinaria di progettazione condivisa su servizi, fisco locale e tariffe, anche in virtù delle ingenti risorse economiche in arrivo”. È questo il messaggio lanciato stamattina, nel corso di una conferenza stampa, da Cgil, Cisl e Uil della provincia di Perugia, che hanno annunciato l’invio a tutte le 59 amministrazioni comunali della richiesta di aprire una fase di “contrattazione territoriale” con le organizzazioni che rappresentano lavoratori e pensionati umbri.
I sindacati hanno evidenziato come, di fronte alla pesante diminuzione di reddito che si è determinata in questa fase (basti pensare al numero elevatissimo di lavoratrici e lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali, circa 27mila a livello regionale) anche la leva del fisco locale, a partire da una seria lotta all’evasione (“tema scomparso dal dibattito pubblico”) possa essere importante: “Attualmente – hanno spiegato i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Filippo Ciavaglia, Valerio Natili e Claudio Bendini – le addizionali regionali e comunali pesano da un minimo di 155 euro annue a persona nel Comune di Monteleone di Spoleto fino ad un massimo di 436 euro nel Comune di Perugia, cifre non altissime, ma comunque significative soprattutto per i redditi più bassi. Proprio per questo insistiamo nel chiedere che vengano introdotti tetti di esenzione più alti e criteri più stringenti di progressività, soprattutto per quanto riguarda l’addizionale regionale, che è quella che pesa nettamente di più”.
L’altra faccia della medaglia sono i servizi che i Comuni gestiscono e che in questa fase non possono in alcun modo essere indeboliti: “Anche qui – hanno rimarcato Ciavaglia, Natili e Bendini – guardiamo con preoccupazione al fenomeno degli appalti al ribasso, che, per contenere i costi, penalizzano pesantemente in particolare i lavoratori della cooperazione”.
Su questi e su molti altri temi (trasporti locali, ambiente, infrastrutture, etc.) i sindacati chiedono dunque di aprire una stagione di contrattazione territoriale con i Comuni, ma al tempo stesso preparano la mobilitazione: il prossimo 18 settembre Cgil, Cisl e Uil infatti scenderanno in piazza anche in Umbria contro l’immobilismo politico che non lascia intravedere un impegno concreto rispetto alla necessità di operare scelte condivise in grado di cogliere le opportunità che le ingenti risorse europee (recovery fund, Mes, etc.) a disposizione sarebbero in grado di garantire.

Angelo Manzotti (Cisl Terni – Orvieto): “Le periferie esistenziali? Sono i luoghi a rischio spopolamento, dove non ci sono lavoro e servizi”

angelo manzotti“Il salario minimo non può essere la risposta, il Decreto Dignità ha generato false illusioni per i lavoratori, era più funzionale lo strumento del Rei”. A ritornare sulle vecchie e nuove povertà del territorio ternano è Angelo Manzotti, coordinatore dell’Area Sindacale Territoriale Cisl Terni-Orvieto, e lo fa in in un momento organizzativo particolare, quello all’indomani della Conferenza Organizzativa della Cisl (che si è svolta a Roma da martedì 9 a giovedì 11 luglio) e ha posto come tema centrale, proprio quello delle periferie esistenziali. “A Terni – chiarisce Manzotti, che cala i contenuti nazionali sul proprio territorio- non dobbiamo fare i conti con le periferie delle città metropolitane, ma molti temi legati alla povertà sono anche nel nostro territorio e trovano forma in quartieri, aree a rischio spopolamento dove non ci sono adeguati servizi alla persona e dove, una volta fuoriusciti dal mercato del lavoro, non si riesce a trovare una nuova occupazione”.
La questione per il sindacato rappresentato da Manzotti si può sintetizzare in un dato. “Solo a Terni – sottolineai il sindacalista- sono state presentate, anche su nostro suggerimento, alla sede Inps di Terni circa 2000 domande di Rei, delle quali solo un terzo respinte in quanto prive di requisiti”.

Ma come se ne esce? La Cisl ritorna sulla questione della contrattazione, welfare aziendale, formazione e del sempre più necessario collegamento tra scuola e lavoro. “E’ impensabile che i nostri ragazzi sappiano cosa è un sindacato, un contatto collettivo e come si fa un curriculum. Per la Cisl – precisa- diviene necessario avvicinare questo mondo, far capire ai giovani che ci siamo e quale ruolo abbiamo avuto e ancora svolgiamo in una società dove il lavoro è sempre meno e sempre più precario. Anche quest’anno – ammette- auspico di poter contribuire in qualche incontro con i giovani, come già fatto all’occorrenza a Orvieto”.

Per quello che riguarda la crisi economica e le sue ricadute in termini occupazionali, Manzotti teme che l’acuirsi della stessa possa peggiorare anche la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro. “Dobbiamo continuare a vigilare, dare sempre più concretezza agli strumenti esistenti e trovarne di nuovi affinché ci sia la certezza da parte di ogni lavoratore di svolgere la propria mansione senza rischiare di farsi male o addirittura di perdere la vita. Su questo fronte siamo impegnati, anche con gli enti bilaterali”.

La Cisl sul territorio di Terni, inoltre, ha condiviso una piattaforma unitaria propositiva con Cgil e Uil Terni per il rilancio del tessuto produttivo del comprensorio, con particolare attenzione alle dinamiche occupazionali che devono tener conto dei limiti infrastrutturali. “E’ arrivato il momento – aggiunge Manzotti- di portare a termine progetti incompiuti, come la Piastra Logistica, che oltre a essere un’opportunità per le imprese del territorio e per l’occupazione è anche una risposta concreta in termini di sostenibilità ambientale.

Terni, 19 luglio 2019