Donne ucraine: con Iryna Vereshchuk prosegue la campagna social del coordinamento donne Cisl Umbria

by CISL LDS

Nella foto di repertorio la coordinatrice delle donne Cisl Umbria Sara Claudiani

Nella seconda parte della campagna social a tutela delle donne Ucraine, il Coordinamento donne Cisl Umbria, pone l’attenzione sulla vicepremier Iryna Vereshchuk (nella foto a destra): 43 anni, scuola militare prima e poi laurea in legge più tardi, il volto più noto in Ucraina, dopo quello del Presidente Zelensky, e suo braccio destro.

E’ divenuta, con l’inizio della guerra, la ministra dei territori occupati e punto di riferimento dei corridoi umanitari e dello scambio di prigionieri. Per tutto questo, dal bunker, in cui ormai vive, organizza i corridoi umanitari con i russi e la Croce Rossa che, richiede, prima della partenza, nomi, numeri telefonici, documenti, targhe delle auto e dei bus che faranno il viaggio e poi deve concordare il tragitto, ogni chilometro deve essere approvato, ma alla fine di ogni giornata riesce a fare evacuare dai trenta(30) ai sessanta (60) mila ucraini. Una volta in salvo, ciò che conta è informare i soldati al fronte che, le famiglie, sono fuori dall’inferno, mentre loro combattono per liberare il Paese dagli invasori russi. La vicepremier si rammarica del fatto che non riuscirà a salvare tutti gli ucraini, ma non è disposta a cedere davanti al genocidio di Putin.

Iryna Vereshchuk considera il suo Presidente un leader ed il motore della resistenza ed era accanto a lui quando hanno rifiutato, insieme agli altri Ministri, di abbandonare il Paese, pur sapendo di vivere con il mirino di Putin addosso. E’ scattato l’ordine di ucciderli insieme ai loro familiari. Tutti loro, così come la popolazione, sono disposti, se i russi dovessero entrare a Kiev, a combattere casa per casa.

La vicepremier Iryna Vereshchuk ha “sospeso” il classico ruolo di mamma, vivendo in un bunker, lontano dall’affetto del compagno che, essendo ufficiale sta combattendo, così come quello di suo figlio di diciassette anni che, può sentire unicamente al telefono, ma è orgogliosa di se stessa, così come ogni donna del Coordinamento, perché è divenuta la mamma di tutti i bambini che, ancora sono nei rifugi e negli scantinati e che vuole mettere in salvo.

Sia forte e resista Vicepremier.