Sicurezza sul lavoro, Giuliano Bicchieraro (Filca Cisl Umbria): “Basta morti”

by CISL LDS

Il segretario generale Filca Cisl Umbria Giuliano Bicchieraro (il secondo da destra) in piazza Grande a Gubbio, alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil Umbria dedicata alla sicurezza sul lavoro del 13 maggio 2021

Il segretario generale Filca Cisl Umbria Giuliano Bicchieraro, con la sua segreteria, ha partecipato lunedì 10 maggio al presidio unitario in piazza Italia a Perugia e, poi, mercoledì 12 maggio 2021 alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil Umbria a Gubbio per dire: “Basta morti”. A seguire la sua dichiarazione.

Per l’ennesima volta ci troviamo a dover piangere morti sul lavoro, una motivazione che non è prevista nella nostra coscienza di essere umani, perché risulta essere un’antinomia, una contraddizione. Si lavora per vivere, per emanciparsi economicamente e socialmente ma non certo per morire. Eppure di lavoro si muore. C’è qualcosa che non torna, nel luogo di lavoro non si deve neppure rischiare di morire. Il lavoro è vita perché il lavoratore nell’ambito della sua attività lavorativa, esprime virtù e qualità quali l’intelligenza, la creatività, la manualità, che appartengono ad esseri che amano la vita e questo amore lo esprimono attraverso il lavoro. Abbiamo assistito in questi giorni ad una recrudescenza di lutti di congiunti che si sono visti strappare i propri cari dalla fonte di sostentamento, appunto di vita, nei cantieri, ed in altri ambiti lavorativi.

Siamo preoccupati, a breve, anche secondo quanto recentemente ci ha esposto l’ USR (ufficio speciale alla ricostruzione) si realizzeranno decine di cantieri nella zona del cratere, dove ormai quasi 5 anni fa si è manifestato il tragico evento sismico. Siamo preparati? Abbiamo una serie importante di norme vedi DURC per Congruità, che puntando alla regolarità e alla legalità, possono indirettamente favorire anche il rispetto delle regole nell’ambito della sicurezza. Ci servono garanzie ineluttabili, che si possano verificare a monte e a valle e cioè da quando viene dato un appalto a quando il lavoro si realizza. In particolare nei cantieri edili stiamo assistendo ad una recrudescenza drammatica di infortuni gravi e purtroppo anche mortali. Negli ultimi giorni si sono contati troppi morti la strage deve finire. Non c’è più tempo da perdere, abbiamo, tutti un ruolo da esercitare, il sindacato denuncia e fa proposte, spesso insieme alle aziende, quelle sane e che hanno a cuore la salute dei propri dipendenti, ma in questo settore esistono delle realtà diverse che inquinano il mercato, non rispettando la benché minima regola contrattuale e di legge soprattutto quelle che riguardano la sicurezza. Le istituzioni a vari livelli, locali e nazionali svolgano ed esercitino la propria missione di promozione dei provvedimenti necessari e ne controllino costantemente l’applicazione.

L’edilizia resta uno dei settori più a rischio. Lo raccontano i dati inesorabili nei primi mesi dell’anno c’è stato un incremento degli incidenti mortali di circa il 7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Da tempo chiediamo l’applicazione del sistema della Patente a punti, uno strumento previsto dal decreto legislativo 81/2008 e mai messo in pratica. Oltre alle norme servono controlli, per questo chiediamo che vengano coinvolti i nostri enti bilaterali che si occupano di formazione e sicurezza perché costantemente nei cantieri si tenga alta la percezione del rischio e il rispetto delle regole in materia di sicurezza. Un fenomeno che deve essere combattuto e riportato nell’alveo della regolarità è il dumping contrattuale; nei cantieri va applicato il contratto dell’edilizia con tutto ciò che ne consegue rispetto non solo al salario, ma soprattutto la normativa contrattuale che tratta di sicurezza. Il cantiere è un universo a sé, con rischi per la salute e la sicurezza specifici che richiedono una preparazione e quindi una formazione consona. Questo è un lavoro fortemente usurante, come tale deve essere riconosciuto con la possibilità che possa essere consentito, al lavoratore edile, anche una cospicua flessibilità in uscita dal lavoro per accedere alla meritata pensione. Infine non accetteremo nessun tipo di destrutturanti semplificazioni delle normative, che sono sì necessarie per affrontare le nuove sfide europee ma certo non nell’ambito della salute e sicurezza dove invece occorre intervenire per rendere più pressanti ed efficaci le norme.
Giuliano Bicchieraro
Il segretario generale Filca Cisl Umbria
Perugia, 13 maggio 2021

23 Maggio: Giornata della Legalità

by CISL LDS

Giuliano Bicchieraro (Filca Cisl Umbria) ripercorre l’esperienza del Durc in Umbria: “Legalità fa rima con regolarità”

Per la Filca-Cisl è fondamentale l’impegno costante nel contrastare tutte le forme di lavoro irregolare e di sfruttamento della manodopera, nella lotta alla corruzione e dalle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici e nei lavori privati. Questo a partire dal rafforzamento del Durc attraverso la Congruità, la Patente a Punti, la limitazione del subappalto al primo livello nei lavori pubblici e privati, la stipula di protocolli di legalità, oltre ad un impegno sempre maggiore nella promozione della cultura della legalità e della resistenza ai poteri mafiosi. Nel giorno in cui si celebra la legalità ci corre l’obbligo di ricordare cosa, la nostra categoria con le altre organizzazioni sindacali, hanno fatto in questo breve frangente di storia della nostra regione, dalla fine del secolo scorso e all’inizio del nuovo millennio. Come non ricordare che fu proprio la nostra categoria in Umbria a porsi il problema di come restituire dignità legale al settore dell’edilizia. Ricordiamo che in Umbria, alla viglia della ricostruzione post terremoto del 1997, si registrava il triste primato del maggior numero di morti ed infortuni gravi nei cantieri. Si fece di necessità virtù, per far si che la ricostruzione non facesse più morti del terremoto. Con determinazione,  autorevolezza ed intelligenza le forze sindacali insieme alle associazioni datoriali, e la politica regionale non poterono che considerare l’dea della “regolarità  contributiva”, o per meglio dire dell’istituzione  di un documento che riassumesse la regolarità dell’impresa rispetto al versamento dei contributi Inail, Inps e Cassa Edile per ogni lavoratore assunto e presente nel cantiere, fu dirimente rispetto alla efficacia del controllo che si poté esercitare sulla regolarità e quindi di conseguenza, sulla legalità dell’impresa che si ritrovava ad aver acquisito l’appalto. Tutto ciò ha comportato, oltre che un lavoro svolto in piena legalità e regolarità anche, sul piano prettamente pratico, né una morte, né un infortunio grave in 10 anni di ricostruzione. Il cosiddetto Documento unico di regolarità contributiva (DURC), puntando su legalità e regolarità ha letteralmente salvato molte vite ed ha restituito dignità ai nostri lavoratori. Nel 2005 il Durc diventa legge dello Stato e su tutto il territorio nazionale è fatto obbligo di avere la regolarità contributiva. Nel 2009 il Durc è esteso a tutte le imprese in appalto che in sub appalto e anche fuori dall’ambito dell’edilizia. Oltre ad aver scritto un pezzo di storia del movimento sindacale si è data concretezza ad un principio quello della legalità. Nel 2008 con la legge regionale n. 8 si aggiunge al Durc la Congruità della manodopera che aggiunge ulteriore regolarità all’impresa ed una garanzia qualità per la stessa. Altre sfide ci attendono, la prima estendere la congruità nell’ambito del cratere della ricostruzione post sisma 2016, e sembra che siamo a buon punto. Occorre tenere alta la guardia per evitare l’elusione della legalità cioè quando siamo dentro la legge ma allo stesso tempo al limite, il dumping contrattuale è la nuova sfida che dobbiamo vincere. Sempre di più nei nostri cantieri si incontrano lavoratori che sono inquadrati con contratti che non c’entrano nulla con l’edilizia, mettendo in pericolo dal punto di vista della sicurezza gli stessi, senza formazione adeguata per l’universo cantiere si rischia grosso, spesso la vita. Legalità fa rima anche con regolarità, quando determinate cose, si affrontano e si fanno in conformità a dei riferimenti, espressamente fissati, del funzionamento e del comportamento. Chi fa il nostro lavoro sa che regolarità e legalità hanno significato diverso ma omogeneo, hanno elementi affini. In determinati ambiti di azione abbiamo lavorato per dare al mondo del lavoro regolarità puntando alla legalità.  Testimonianza ed esempio di chi ha l’autorevolezza e l’intelligenza di praticarle, avranno sempre risultati positivi sia sul fronte della regolarità ma soprattutto nell’ambito della legalità. Importante attivare collaborazioni con agenzie formative per la sensibilizzazione nuove generazioni dando ai ragazzi il contenuto dell’educazione non solo a parole, ma con coerenza ed impegno, facendo giungere loro la bellezza e la necessità dei valori di giustizia, di rispetto, di pace, democrazia e libertà. Solo dall’educazione alla responsabilità sociale e alla legalità possono nascere le forme più concrete ed efficaci di contrasto alla corruzione, alla violenza che permea e finisce con il compromettere la vita quotidiana di tanti, con forme diverse. Il tutto nasce anche dall’assenza di senso di responsabilità sociale, dal deficit di consapevolezza che siamo tutti coautori della situazione in cui viviamo e che atti e comportamenti scorretti, illegittimi, violativi di diritti, di ciascuno di noi, si ripercuotono inesorabilmente sugli altri, sulla società nel suo complesso, e tornano come boomerang, ai loro autori.

 

Come dichiarò nel 2010 il giudice Antonino Caponnetto agli studenti di una scuola, “non dovrete avere mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli. State attenti, siate vigili, siate sentinelle di voi stessi!”

Dedicato al nostro amico e collaboratore Marco. 

 

Giuliano Bicchieraro 

Filca Cisl Umbria

Covid-19, Fase 2 e settore delle costruzioni. Filca Cisl Umbria: “Subito comitati per la sicurezza e un tavolo regionale”

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Dal 4 maggio, con la Fase 2, è ripartita anche l’attività delle costruzioni. “Questo settore, che nel tempo è stato volano di sviluppo per l’intera economia umbra – ricorda Emanuele Petrini della Filca Cisl Umbria (categoria che rappresenta i lavoratori delle costruzioni)-, a livello nazionale contribuisce al Pil in una percentuale che si attesta dal 10 al 12 per cento. Bene quindi che anche nelle nostra regione si sia visto ripartire una delle leve strategiche dell’intera economia. Questo settore purtroppo negli anni – prosegue il sindacalista- soprattutto dopo il 2007/2008, è caduto progressivamente in crisi, arrivando a consolidare una perdita di oltre il 50 per cento dei volumi produttivi e occupazionali. A peggiorare questa situazione si è aggiunto il Covid-19”.

Prima di tutto la salute e la sicurezza dei lavoratori”. Ne è convinta la Filca Cisl Umbria che se da una parte guarda con favore la ripartenza di questa Fase 2, dall’altra propone la costituzione di comitati per la sicurezza territoriali ed aziendali, con il coinvolgimento dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls e Rlst) per vigilare e sorvegliare sul rispetto delle norme anticontagio.

“Oltre alla partita della sicurezza – prosegue Petrini- c’è tutta la questione dello sviluppo del settore, che deve essere riformato e sviluppato. Prima di tutto è necessario dare una risposta concreta e rapida all’area colpita dal sisma del 2016, adattando il modello di ricostruzione post-sisma del 1997 alle esigenze attuali”. 

Rivolgendosi alle istituzioni e alla parte datoriale, la Filca Cisl Umbria propone di ricostituire un tavolo regionale delle costruzioni. “Già dai prossimi giorni ci muoveremo affinché si creino le premesse per un confronto reale e costruttivo. In questo – spiega il sindacato- devono poter confluire tutte le idee e i contributi dei soggetti che rappresentano il settore. In Umbria – chiarisce Petrini – c’è l’esigenza di riconvertire il settore delle costruzioni e spostare l’attenzione sulla riqualificazione, la rigenerazione, il riuso degli immobili e la messa in sicurezza di edifici importanti come le scuole e gli ospedali, oltre a pensare di sviluppare una nuova edilizia Green più attenta all’ambiente e al risparmi energetico. Su questi fronti – suggerisce il sindacalista – dovremo cercare di investire anche le risorse messe a disposizione dall’Europa”.

Tra le altre priorità indicate dalla Filca Cisl ci sono quelle di riformare gli enti appaltanti e coinvolgere attivamente gli enti bilaterali. “In tutto questo processo di cambiamento – conclude Petrini – diventa strategica la formazione attraverso i nostri enti paritetici (Cesf e Tesef) e la creazione di figure professionali che siano preparate ad affrontare in modo costruttivo le nuove esigenze del mercato”.

L’Umbria a Roma, allo sciopero generale dei lavoratori delle costruzioni #15marzo

Il segretario generale nazionale aggiunto Filca Cisl Enzo Pelle spiega le ragioni dello sciopero generale dei lavoratori delle costruzioni del 15 marzo

 

Si fermano le costruzioni: «Senza di noi l’Umbria non riparte»

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sciopero 15 marzoVenerdì 15 marzo lo sciopero generale proclamato da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil con manifestazione a Roma

La ripartenza dell’economia, in Umbria come in Italia, passa dalla ripartenza del settore delle costruzioni. Solo dai cantieri del terremoto potrebbero arrivare circa 12mila posti di lavoro, che in una fase difficile come l’attuale sarebbero per l’Umbria una straordinaria boccata d’ossigeno. Ecco allora che lo sciopero generale dei lavoratori delle costruzioni, programmato per venerdì 15 marzo da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil a livello nazionale (5 pullman dall’Umbria), diventa un’occasione per parlare di sviluppo e ripresa del paese e della regione.
“Il settore delle costruzioni contribuisce da solo ad oltre il 10% del Pil regionale, ma se partissero i cantieri del cratere sismico e quelli delle infrastrutture questo dato potrebbe aumentare sensibilimente – hanno spiegato i segretari di Fillea, Filca e Feneal dell’Umbria, Augusto Paolucci, Emanuele Petrini e Stefano Paloni – E questa è una delle motivazioni che ci porteranno venerdì a scioperare per otto ore e a manifestare a Roma, in continuità con la grande manifestazione di Cgil, Cisl e Uil del 9 febbraio, perché il governo deve dare risposte e aprire un confronto per far ripartire i lavori pubblici”.
I sindacati umbri dei lavoratori delle costruzioni hanno sottolineato che nell’ultimo decennio il settore è stato attraversato da una crisi senza precedenti: 600mila posti di lavoro persi a livello nazionale, 20mila in Umbria, con 3mila aziende chiuse. “Numeri che fanno tremare i polsi – hanno sottolineato Paolucci, Petrini e Paloni – e che impongono l’apertura di un confronto serio con il governo. Tanto più per l’Umbria che soffre di un ritardo infrastrutturale drammatico, basti pensare alle tante situazioni aperte, dalla E45 alla Perugia-Ancona, dalla Due Mari alla Terni-Civitavecchia, dalla Pian d’Assino a tutta la rete ferroviaria regionale”. E come dimenticare la vertenza della ex Cementir di Spoleto, sul cui futuro pesano oggi grande incertezze: “ Si tratta dell’unica cementeria all’interno del cratere – hanno sottolineato i segretari – per di più in un territorio, lo Spoletino, fortemente in crisi. Anche questa vertenza sarà al centro della nostra mobilitazione”.
C’è poi un ultimo grande tema che i sindacati porteranno in piazza venerdì: quello della sicurezza e della legalità. “L’Umbria è stata protagonista nel 1997 di un’esperienza fortemente positiva – hanno spiegato i tre segretari – quella del Durc per congruità, strumento in grado di garantire una selezione delle imprese nella ricostruzione post terremoto e quindi di favorire la qualità del lavoro. Oggi questo strumento è messo in discussione, una scelta che ci vede assolutamente contrari”.
“Lo sciopero di venerdì non riguarda solo i lavoratori dell’edilizia e delle costruzioni – hanno affermato a margine della conferenza stampa i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini – ma riguarda l’Italia nel suo complesso e tanto più la nostra regione nella quale la ripartenza del settore è indispensabile per un rilancio complessivo dell’economia e dei consumi. Per questo, le nostre confederazioni saranno al fianco di Fillea, Filca e Feneal, per chiedere al governo l’apertura di un tavolo sulla costruzioni e sullo sviluppo del paese”.

Perugia, 12 marzo 2019