
Nella foto il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti
“Come Cisl Umbria non possiamo che accogliere positivamente l’inserimento dell’Umbria nelle Zes – Zone Economiche Speciali”. Così Angelo Manzotti, segretario generale del sindacato commentando la recente decisione del Consiglio dei Ministri
“Avevamo indicato la Zes come strumento ideale per il rilancio dell’economia regionale in tempi non sospetti – prosegue – sin da quando la Svimez nelle sue analisi sull’andamento delle regioni del Centro Sud, aveva posto l’Umbria fra le regioni in transizione segnalando tutti gli indicatori macroeconomici negativi, come gli stipendi più bassi d’Italia, una produttività ed attrattività in calo, oltre ad un alto tasso di infortuni sul lavoro. Deve essere però chiaro che la Zes non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza: è un’occasione che l’Umbria non può lasciarsi scappare per costruire davvero e finalmente strategie economiche che portino al rilancio.
Serve un patto per il lavoro: basta puntare i riflettori su capitale e profitto, bisogna praticare sul serio il lavoro dignitoso, non solo parlarne: è tempo di adeguare le retribuzioni, rinnovando i contratti in tempo utile con contrattazione di secondo livello e contratti a tempo indeterminato. Bisogna favorire la permanenza dei giovani, in una regione che invecchia sempre di più: se non si interviene rapidamente, fra 10 anni l’Umbria rischia di diventare una regione prevalentemente anziana. La Zes, che ha fra i suoi obiettivi favorire la competitività del tessuto produttivo locale e colmare i divari infrastrutturali ed occupazionali, è l’occasione per fornire finalmente alle imprese strumenti per assumere giovani, trattenere le professionalità e dare l’occasione a chi vuole vivere nella regione in cui è nato di costruire qui il suo futuro.
Fra gli obiettivi della Zes c’è anche quello di attrarre capitali nazionali ed internazionali: ecco quindi che per l’Umbria è una grande occasione per allargare gli orizzonti e guardare a mercati come l’Asia e come il Sudamerica (soprattutto se verrà firmato il trattato Mercosur) con i quali aprire relazioni commerciali e attutire così il colpo che arriverà dai dazi Usa”
Il Governo ha fornito lo strumento perché l’Umbria possa tornare competitiva, adesso sta al tessuto economico regionale metterlo in pratica. Seguendo l’invito lanciato dalla segretaria generale Daniela Fumarola durante l’ultimo congresso, è tempo di superare le divisioni politiche ed ideologiche e fare tutti rete – istituzioni, parti sociali, associazioni datoriali- e costruire un patto per il lavoro che metta l’uomo al centro, applicando il modello della partecipazione dei lavoratori rispetto alle scelte future, nell’ottica di nuove e rinnovate relazioni sindacali. Serve la volontà di fare squadra con le Pmi, che sono il tessuto economico della Regione.
Anche per questo, alla luce dell’opportunità che ci viene offerta, proporremo anche alla Giunta Proietti il patto sociale per il rilancio dell’Umbria che non siamo riusciti ad attuare con la Tesei: dobbiamo lavorare insieme per rilanciare una regione dalle enormi potenzialità, ma schiacciata da un declino sociale, demografico ed economico”.
ORVIETO, 4 agosto 2025 – “La Regione dell’Umbria ha accolto finalmente le sollecitazioni della Cisl Umbria -afferma il segretario regionale Cisl Umbria Riccardo Marcelli- gli oltre nove milioni stanziati per l’area interna dell’Orvietano, area interna che riguarda venti comuni, vanno nella direzione che da tempo abbiamo auspicato per evitare l’ulteriore spopolamento del comprensorio, consentendo alle persone residenti di vivere meglio. Come Cisl di Orvieto accettiamo la sfida di rigenerazione e rinascita, ma al tempo stesso abbiamo un’ulteriore proposta da socializzare: per rafforzare i servizi socio sanitari, l’inclusione lavorativa, l’istruzione e la formazione serve il coinvolgimento propositivo del sindacato attraverso la contrattazione sociale. Un sindacato pronto a mettersi in discussione, anche attraverso un nuovo modello di contrattazione sociale, a discutere ma altrettanto determinato ad aprire ragionamenti innovativi per quanto riguarda la digitalizzazione coinvolgendo davvero tutte le amministrazioni comunali anche attraverso progetti condivisi utili a migliorare la qualità della vita”.
di Giuliano Bicchieraro, segretario regionale Cisl Umbria
“In Umbria evidenziamo la vertenza aperta in e-distribuzione e la volontà di chiusura del PT (centro di telecontrollo) a Terni. La nostra azione è in pieno contrasto con un’ottica di ottimizzazione, che respingiamo fortemente in quanto la transizione energetica in essere e le risorse derivanti dal Pnrr impongono grandi investimenti impiantistici e sul personale”. E’ Ciro Di Noia, segretario generale Flaei Cisl Umbria, a fare il punto sulla situazione energetica umbra. “Riguardo alla centrale di Bastardo, la Flaei Cisl Umbria esprime forti perplessità sul succedersi delle diverse proposte non concretizzate di progetti finalizzati alla riqualificazione del sito che come obbiettivo avrebbero dovuto garantire sia il rispetto del territorio, anche a livello paesaggistico, che un elevato livello di occupazione”. Il riferimento della categoria è ai progetti delle serre idroponiche, della produzione di idrogento come combustibile da utilizzare sperimentalmente su macchine agricole e mezzi pubblici, del fotovoltaico e delle batterie di accumulo (storage). “Proposte che si sono succedute nel tempo e che purtroppo si sono limitate ad essere semplici annunciazioni in un territorio che si è caratterizzato dagli ’60 per la produzione elettrica da parte di Enel”. Il segretario così ribadisce come questa realtà si sia impoverita fortemente nel tempo. “Dagli anni ’90 – aggiunge – questo territorio ha registrato un elevatissimo reddito procapite, attualmente sprofondato agli ultimi posti”.