Sara Claudiani (Coordinatrice donne Cisl Umbria): “Dal primo gennaio ad oggi 70 femminicidi. Ci vogliono più risorse per stare dalla parte delle donne vittime di violenza”

Nella foto Sara Claudiani, Coordinatrice Donne Cisl Umbria

Dal 1 gennaio 2023 ad oggi si contano 70 femminicidi, con cinque donne uccise nell’ultima settimana. Una mattanza senza fine, con un incremento delle donne uccise in ambito familiare e affettivo dal partner o ex partner che non sono in grado di accettare la fine di una relazione. Come Coordinamento donne Cisl Umbria non vogliamo che questa sia una delle tante scuse per giustificare un omicidio. Siamo molto critiche con il nuovo disegno di legge del Governo che considera la violenza sulle donne un’emergenza, mentre deve essere trattata in modo strutturale. Il disegno di legge è una risposta ad un reato, quando è già stato commesso, inserendo soltanto allargamenti a misure già esistenti. Per noi è una beffa dire che si debbono ridurre i tempi delle indagini ed intervenire nell’applicazione e controllo delle misure cautelari se non ci sono le risorse. Questo Ddl preannunciato per prevenire la violenza sulle donne non affronta il vero problema: zero investimenti, piano antiviolenza bloccato e nessuna formazione e specializzazione delle Procure, il più delle volte impreparate davanti ai femminicidi.
La cosa che ci preoccupa di più sono i preannunciati percorsi di recupero dei maltrattanti che porterebbero al reinserimento degli autori di violenza in base ad attività per nulla sperimentate. La Convenzione di Istanbul è chiara: la prevenzione è quella svolta dai Centri Anti Violenza che promuovono la libertà delle donne e non la loro vittimizzazione e, come più volte ribadito dal Coordinamento donne Cisl Umbria, i Cav (Centri anti violenza) necessitano di fondi e di sostentamento da parte degli organi istituzionali, sordi alle loro richieste e ciechi davanti alla realtà. Una realtà dove l’efferatezza degli omicidi è il simbolo dell’odio verso le donne.
Attendere, per ore, una donna all’entrata della sua abitazione e poi ucciderla con una panchina o attendere chiuso in un armadio la ex compagna e tagliarle la gola nel sonno non sono frutto di stress o di un raptus, come si è letto, ma sono esempi di premeditazione e debbono generare una circostanza aggravante a pene esemplari e soprattutto certe.
Spetta a noi donne agire, perché un uomo violento non si tenta di cambiarlo e non si giustifica, si denuncia.
Sara Claudiani
Coordinatrice Donne Cisl Umbria
Perugia, 4 agosto 2023