Cinquant’anni fa, il 20 maggio 1970, fu approvata una legge, meglio conosciuta come lo Statuto dei diritti dei lavoratori: fu indubbiamente una svolta per le relazioni industriali e la democrazia sindacale. Oggi molte cose sono cambiate sia negli assetti economici che nel mondo produttivo. In questi anni è emersa una forte esigenza di tutelare tutte le varie forme di lavoro, soprattutto quelle precarie e atipiche. Oggi, come sindacato, dobbiamo garantire tutti i lavoratori, ma soprattutto dare continuità occupazionale.
L’emergenza Covid-19 poi ha messo in evidenza la fragilità del sistema economico e sanitario. E’ più che mai attuale la questione delle tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, della difesa del welfare e, in particolare, della sanità pubblica, dell’assistenza socio-sanitaria, dell’istruzione; come pure di un sistema di ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro e bilateralità per sostenere i lavoratori e le lavoratrici nei momenti di difficoltà.
Diritti fondamentali, quali prevenzioni e sicurezza sul lavoro, percorsi professionali attraverso la formazione continua e le tutele contrattuali: tutto questo resta ancora valido, necessario e deve assumere il connotato dell’universalità. Deve essere applicato a tutto il mondo del lavoro e in particolare alle nuove generazioni. Formazione e nuove competenze sono il nuovo articolo 18, nel mondo della digitalizzazione.
Il periodo della pandemia che stiamo attraversando deve essere l’occasione per progettare nuovi modelli economici e produttivi da creare attraverso un maggior dialogo tra le imprese, il sindacato e le istituzioni per un rilancio dello sviluppo. Ciò per scongiurare le emergenze occupazionali legate all’emergenza sanitaria: occorre un patto per evitare i licenziamenti e rilanciare il tessuto economico produttivo. Per questo le parole d’ordine in questo particolare momento sono formazione, riqualificazione professionale e tutela dei diritti: concetti che devono diventare centrali per la nuova ripartenza del lavoro e dell’economia in Umbria.
Angelo Manzotti
Il segretario generale regionale Cisl Umbria