Forse è il caso che dalle parole si passi ai fatti, non sappiamo più come dirlo se non scadendo nella retorica, la retorica sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è sconveniente, non tollerabile perché si ha a che fare con la vita delle persone, la salute, bene indisponibile delle persone solo da tutelare non da mettere a rischio ogni volta che ci si reca in un luogo di lavoro. E’ ormai retorico indignarsi a mezzo stampa, rendiamo conto della nostra ennesima delusione per il mancato funzionamento dell’apparato di sistema che la vita e la salute nei luoghi di lavoro dovrebbe tutelare. La retorica interviene quando con sufficienza trattiamo la questione. Quando una legge consona e tra le più evolute d’Europa non viene rispettata, o addirittura neppure applicata, dato confermato dalle statistiche dell’ispettorato del lavoro che ci raccontano una realtà drammatica rispetto ai controlli, quei pochi che riescono a fare, non certo per mancanza di volontà ma per mancanza di personale, in cui emerge che per esempio, nell’ambito della vigilanza “110 in sicurezza 2023” (fonte ministero del lavoro) promossa e coordinata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, un’operazione straordinaria di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e di contrasto al sommerso nel settore dell’edilizia, che ha interessato tutto il territorio nazionale. La giornata di vigilanza straordinaria ha visto la partecipazione di ispettori del lavoro (541 ordinari e 177 tecnici) e dei carabinieri dei Nuclei Ispettorato Lavoro, supportati da militari dei Comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri per un totale di 634 militari impiegati (di cui 350 del Comando per la tutela del lavoro). Alle operazioni hanno preso parte anche personale ispettivo di ASL, INAIL e INPS. Oltre l’80% dei 334 cantieri ispezionati sono risultati irregolari con un sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. già convalidato; sono stati adottati 166 provvedimenti di sospensione delle attività d’impresa, di cui 110 per gravi violazioni in materia di sicurezza e 56 per lavoro nero. In materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sono state contestate violazioni riconducibili principalmente al rischio di caduta dall’alto, irregolarità dei ponteggi, rischio elettrico, all’omessa fornitura e utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale), alla organizzazione e viabilità inadeguata dei cantieri oltre che alla mancata protezione da investimento per caduta di materiali dall’alto. Numerose le omissioni riguardanti la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, la formazione e informazione dei lavoratori, la redazione del DVR (documento valutazione rischi), del POS (piano operativo di sicurezza) e del Pi.M.U.S (piano di montaggio, uso e smontaggio dei ponteggi). L’attività ispettiva ha evidenziato una rilevante presenza di lavoratori a nero nei cantieri edili (116), con residuali ipotesi di indebita percezione del reddito di cittadinanza; accertate, altresì, casi di somministrazione illecita e distacchi non genuini, utilizzo di prestazioni lavorative da parte di pseudo artigiani, violazione in materia di orario di lavoro, omessa registrazione di ore di lavoro e omissione contributiva e mancata iscrizione alla Cassa Edile (94 aziende non iscritte). Nella nostra regione i dati non sono molto diversi e nelle ultime settimane sembra esserci una recrudescenza del fenomeno infortunistico e purtroppo delle morti soprattutto nei cantieri. I dati sono incontrovertibili, non interpretabili, se non in un modo, basta infortuni, basta morti. Le associazioni datoriali battano un colpo, in qualità di rappresentanti delle aziende hanno una responsabilità diretta nel pretendere regolarità e rispetto delle leggi dalle stesse. Le istituzioni battano un colpo anche in virtù del fatto che sempre di più, una parte di queste, saranno chiamate ad essere anche responsabili dirette della sicurezza in qualità di stazioni appaltanti. Abbiamo progetti già sperimentati elaborati dalla nostra bilateralità, che devono essere messi in campo perché funzionano. Le risorse per la sicurezza non dovrebbero mai mancare perché devono far parte dei piani di gestione e organizzazione del lavoro soprattutto nei cantieri. La sicurezza non è mai un costo quando salva le persone, ma è sicuramente un investimento lo è anche per rendere più attrattivo dell’intero settore. Nessuno vorrà avvicinarsi ad un lavoro che può mettere a repentaglio la propria salute se non la vita stessa. Registriamo una scarsa volontà di risolvere il problema, per questo non vorrei ci dovessimo trovare a discutere di provvedimenti estremi, perché il problema è diventato estremo già da diverso tempo.
Giuliano Bicchieraro
Segretario Generale Filca Cisl Umbria
Perugia, 16 febbraio 2024
Perugia, 16 febbraio 2024 – Il 26 gennaio scorso è stato rinnovato il contratto dei lavoratori delle cooperative sociali che ha introdotto delle importanti novità a beneficio dei lavoratori: un incremento di 120 ero al mese a regime, l’introduzione della quattordicesima mensilità, il potenziamento della maternità e altre tutele per le lavoratrici i lavoratori. In Umbria lavorano nelle cooperative sociali 9.500 persone, di cui il 80% donne con 1000 lavoratori diversamente abili e svantaggiati. Questi erogano servizi a favore di 80 mila cittadini.



La Filca Cisl Umbria si conferma primo sindacato nello stabilimento FBM Spa di Bevagna eleggendo due Rsu e la Rls.
La visita del Ministro dei Trasporti all’impianto di manutenzione ciclica locomotive (OMCL) Trenitalia di Foligno in occasione dell’avvio dei lavori di riqualificazione della tratta ex FCU Perugia Ponte S. Giovanni – Terni, al netto di altre valutazioni relative al periodo di campagna elettorale, rappresenta il giusto riconoscimento ai risultati fino ad ora ottenuti dall’impianto manutentivo folignate. I dati produttivi dell’OMCL di Foligno infatti, sono i migliori tra gli impianti di manutenzione nazionali e del tutto competitivi con l’industria privata del settore. A testimoniare tale circostanza c’è la scelta della Regione Umbria che in quanto proprietaria dei 4 Minuetti, ha optato per far fare manutenzione straordinaria alla stessa OMCL di Foligno dopo aver constatato che i preventivi offerti tra quest’ultima e l’azienda privata erano del tutto analoghi. Scelta giusta quella operata dalla Regione Umbria che in tal modo ha riversato sul territorio umbro lavoro altamente specializzato. La visita del Ministro dei trasporti quindi, suggella la posizione strategica dell’OMCL in ambito manutentivo della flotta Trenitalia. Posizione raggiunta grazie all’impegno e alle capacità di tutti i lavoratori dell’impianto. Il merito inoltre, spetta anche a questa sigla sindacale maggiormente rappresentativa in impianto e alle altre OS regionali che hanno saputo valorizzare gli sforzi dei lavoratori con accordi sindacali mirati alla produttività e al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Tutto ciò in cambio di un turn over occupazionale ininterrotto e di investimenti. Tra gli investimenti non possiamo non citare il prossimo avvio della gara per l’assegnazione dei lavori di riqualificazione del layout dell’OMCL per un valore pari a 48 mln di euro. Una riqualificazione dell’impianto che renderà capace l’OMCL di fare manutenzione anche su treni bloccati come i POP e i JAZZ. Con questo panorama la FIT CISL Umbria continuerà nel suo percorso sindacale basato sulla vera partecipazione continuando però, a rivendicare un maggior sforzo da parte di Trenitalia per quanto concerne le assunzioni. Secondo noi infatti, è necessario portare i diretti di produzione ad almeno 315 unità (attualmente sono attestati a circa 280). Mancherebbero quindi, al netto del turn over, circa 35 assunzioni.
Una tessera sindacale datata 2 febbraio 1950 e una storia lunga un secolo. E’ quella di Celestino Castagnoli che il 9 febbraio 2024 soffierà su cento candeline. La Cisl Umbria gli farà gli auguri donandogli una targa nella quale sarà ricordato l’impegno profuso da uno dei fondatori dell’organizzazione in Umbria. Una storia che parte dall’Alto Tevere, da Umbertide, dal mondo agricolo per arrivare poi all’impegno confederale, come segretario di zona, e poi presidente regionale dell’Unione generale coltivatori (Ugc) con incarichi anche a livello nazionale.
è stato pubblicato da Il Messaggero il 4 febbraio 2024.
