Angelo Manzotti (Cisl Umbria): “Nuovi e pregressi problemi: l’Umbria deve ripensare il proprio modello economico e la formazione diventa strategica”

by CISL LDS

“L’occupazione è in crollo e il ricorso agli ammortizzatori sociali è preoccupante. Se da una parte questo mette in luce parte delle conseguenze di questi mesi caratterizzati dal Covid-19, dall’altra evidenzia come i problemi strutturali del sistema economico permangano”.

Il segretario generale regionale Cisl Umbria Angelo Manzotti (nella foto) punta il dito sui dati regionali delle integrazioni salariali Covid-19, ma non solo e invita al confronto le istituzioni, sindacati, parte datoriale e università. La parola chiave di questo momento è formazione: per la Cisl Umbria gli ammortizzatori sociali sono necessari nell’immediatezza del momento ma il lavoratore, prima di tutto persona, quando espulso dal mercato del lavoro deve trovare una nuova collocazione, anche attraverso le politiche attive del lavoro. Il lavoro infatti – prosegue il sindacalista- è dignità e identità e solo attraverso la formazione questo processo è possibile. Il Governo a breve darà attuazione al Fondo per le nuove competenze e la Cisl Umbria vede positivamente questa scelta che, se ben utilizzata, potrebbe essere un’opportunità importante per il lavoratore e per tutto il mercato del lavoro oltre che per un cambio di consapevolezza per la collettività. Questo in un mercato del lavoro, dove la formazione non sempre è portata avanti come chiave strategica di risposta alle nuove sfide, rimanendo ancorata anche quest’anno a uno dei dati più bassi a livello europeo: solo l’8 per cento dei lavoratori italiani è inserito in un percorso formativo.

Tornando allo scenario regionale, la fotografia dell’Umbria e del fondo integrazione salariale alla fine di ottobre parla chiaro. “Questa si va ad aggiungere a una situazione pregressa – ad affermarlo è Manzotti -, dall’inizio dell’anno i beneficiari  del fondo integrazione salariale in Umbria (fonte Inps Umbria) sono stati di 74.919 unità (nella provincia di Perugia 59.824 mentre in quella di Terni 15.095), una situazione più gravosa per le donne che per gli uomini (rispettivamente  40.379 e 34.540). Questo spaccato però – precisa il sindacalista- si deve considerare alla luce di altri dati. In Umbria infatti i beneficiari della cassa integrazione ordinaria si attestano a 138.401 (in questo caso i maschi sono 105.851) e quelli dell’ammortizzatore in deroga 54.183 (dei quali la maggioranza donne: 33.748). La drammaticità del momento che si aggiunge ad altre difficoltà già esistenti in un modello che proprio adesso deve essere rivisto grazie al contributo di istituzioni, ma anche di rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro e dell’università”.

Questo per creare una prospettiva che permetta uno sviluppo sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale. “Centrali quindi sono le sfide che, oltre ad essere economiche hanno ricadute in termini sociali, come la digitalizzazione di tutta l’area regionale senza escludere alcuna area, il necessario superamento dei problemi infrastrutturali materiali e immateriali, il passaggio naturale tra mondo della formazione e mercato del lavoro, la gestione delle transizioni occupazionali e la formazione riguardo alle necessarie nuove modalità di lavoro come lo smart working e il diritto alla disconnessione”.

Per la Cisl Umbria ci vuole un cambio culturale, un nuovo approccio al lavoro. “In questo momento la parola chiave non può che essere formazione – conclude Manzotti-. In tal senso si pone come opportunità interessante il fondo delle nuove competenze, che deve essere utilizzato in sinergia e sintonia con i fondi interprofessionali. Presto sarà possibile accedere a questo fondo che è importante oltre che per le sue finalità anche perché valorizza come strumenti strategici la concertazione e la bilateralità, ponendo un primo importante tassello per una nuovo modo di concepire le politiche attive del lavoro”.

Uno scenario di crescita umana, sociale, culturale

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Pubblicato su “Dirigenti News” n.34 – 2 novembre 2020

Rivista periodica della CISL Scuola

“Preside, ma lei continua a venire a scuola con la cartella ed i libri come noi” mi ha detto una mattina, sorridendo garbatamente, un alunno di quarta classe che ha varcato il portone d’ingresso insieme a me. Ho contraccambiato il sorriso e ci siamo augurati una buona giornata. Questo ragazzo ha colto un elemento essenziale. Chi opera a scuola mantiene una vicinanza alla gioventù che è energia, curiosità, desiderio di socializzare e tanto altro e forse mantiene anche un certo modo di fare.
La scuola ha attraversato a vario titolo quasi tutta al mia vita , ma al di là del dato personale, la scuola comunque fa parte della vita, della vita di ognuno di noi, secondo tempi e ruoli diversi; ma, anche quando il tempo della scuola è trascorso, perché si è adulti e si svolge una professione non legata a quel mondo, la scuola rimane una sorta di pietra miliare per quello che si è ricevuto in crescita e formazione, per le amicizie che in quegli anni si sono costruite e che non ci abbandonano mai, anche senza frequentazione, e rimangono caratterizzate da freschezza , fiducia, spontaneità. Forse è per questo che la lontananza da scuola genera – prevedibilmente in alcuni, imprevedibilmente in altri – anche un po’ di nostalgia.
Mi chiedo se anche per gli studenti e le studentesse che hanno vissuto un anno scolastico a metà e ora, appena iniziato quello corrente, si sono visti ricondotti a studiare in gran parte in didattica a distanza, si potrà dire la stessa cosa. A vederli entrare la mattina all’inizio delle lezioni, a guardarli stare insieme tra loro e con i loro insegnanti durante le pause ricreative sembrerebbe di sì. Sono inaspettatamente disciplinati, scherzano tra loro senza eccedere, non prendono da soli iniziative poi difficili da governare come spesso è accaduto. Eppure, in questo “ordine imprevisto”, per così dire, c’è un nuovo elemento, c’è un nuovo, sia pur parziale, silenzio; quel vociare naturale che riempie spesso aule, corridoi, cortili si è attenuato e, in certi momenti della mattina, quasi assopito restituendo a tratti un senso di irrealtà.
Abbiamo lavorato incessantemente dal quel famoso 5 marzo, prima ancora attoniti, per organizzare la didattica a distanza, poi per consegnare i devices, in pieno lockdown, nei posti più lontani a quegli alunni che non dovevano rimanere senza contatto, poi per verificare la possibilità di porre in atto lo smart working, e ancora per rimodulare la programmazioni e le rubriche di valutazione, per studiare la nuova normativa sulla valutazione finale, scrutini ed esame di stato. E così via per tutta l’estate per trovare gli spazi, per misurare le distanze necessarie, per individuare ogni genere di fabbisogno, per elaborare protocolli e misure di contenimento vivendo la preoccupazione di non aver fatto mai abbastanza o in modo adeguato tutto quanto necessario per tornare tra i banchi in sicurezza.
Ma quando, il primo giorno di lezione, gli studenti sono rientrati a scuola ed è trascorsa la prima giornata e poi le altre a seguire, tutto il lavoro fatto ha acquistato un significato più chiaro e netto e si è tradotto – quasi una rappresentazione plastica – nei volti degli alunni, nell’impegno degli insegnanti. Soprattutto le classi prime sono apparse attente, partecipi, pronte a darsi una fisionomia, ad entrare a far parte della comunità, a conquistare i loro spazi; specie nelle lezioni di laboratorio sono apparse operose e, a tratti, entusiaste. Ma quel silenzio parziale è rimasto. Ed è da quello che ora dobbiamo partire e andare avanti cercando di colmarlo, è il silenzio di una relazione quotidiana che a marzo si è inaspettatamente interrotta, di uno scambio, a volte anche conflittuale, che si è forzatamente interrotto, di desiderio di incontrare compagni ed insegnanti che è stato affidato ad un monitor, a una voce disturbata da rumori e a tratti interrotta in una dimensione tecnologica che si è sostituita ad una spontaneità vivace e dinamica.
Su quel silenzio parziale dobbiamo intervenire con la nostra azione educativa e, oggi più che mai, far sentire a questa generazione, che ha vissuto l’improvvisa distanza, e a volte la frattura, da una parte significativa della propria esistenza di adolescenti, la possibilità di ritrovare un percorso condiviso. Sarà la nostra capacità di prendere in carico, di aver cura di questi ragazzi a fare la differenza e non solo a scuola, ma ad iniziare dalla scuola. L’auspicio è che gli studenti e le studentesse possano fare il miglior uso di questo luogo di vita di grande valore simbolico e di questo “tempo ritrovato” dell’incontro con i compagni, con gli insegnanti e con tutti noi, l’auspicio è che rispondano con impegno, interesse, partecipazione come hanno mostrato già di fare.
Dico ciò nel convincimento che la scuola, la scuola pubblica che a tutti appartiene, sia scenario di crescita umana, sociale e culturale per costruire ora, perché possa essere consolidata in futuro, una identità civile ed etica che oggi, per tanti motivi, appare più necessaria ed urgente che mai per disegnare l’orizzonte di un nuovo cammino dell’umanità. Solo insegnando ed apprendendo il prezioso esercizio della cultura della tolleranza, della solidarietà, della legalità fatta di rispetto per tutti gli altri e per ciascuno, i nostri giovani potranno crescere in armonia ed essere pronti a compiere le scelte più consone per la loro vita futura.

Bianca Maria Tagliaferri, dirigente scolastica dell’Istituto Alberghiero di Assisi (PG)

Nidil, Felsa e Uiltemp per i lavoratori delle agenzie di lavoro e impegnati nella lotta al Coronavirus

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Nella foto il segretario generale regionale Felsa Cisl Umbria Rocco Ricciarelli al sit-in di Perugia a sostegno dei lavoratori dello spettacolo

Nel cuore di una nuova emergenza sanitaria conclamata che, stando ai numeri dei contagi, sta attraversando significativamente la nostra regione, evidenziamo come le legittime richieste, per la stabilità lavorativa, rispetto alle quali FeLSA CISL, NIdiL CGIL, UILTemp hanno chiamato i lavoratori alla mobilitazione e allo sciopero nazionale lo scorso 24 luglio sono rimaste senza risposta.

Per questo chiediamo alla Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore alla Sanità che ai lavoratori assunti a tempo determinato e indeterminato dalle agenzie di lavoro e impegnati nella lotta al Coronavirus nella sanità pubblica venga al più presto dischiuso l’accesso ai concorsi riservati dalla c.d. Legge Madia valorizzando l’anzianità di servizio svolta in somministrazione.

Si tratta infatti di lavoratori che svolgono le stesse mansioni dei lavoratori assunti direttamente dalle aziende sanitarie e ospedaliere e sostengono, ormai da anni, l’operatività del servizio sanitario nazionale pur non essendone dipendenti.

E’ necessario, se non indispensabile, garantire oggi opportunità di inserimento a chi già possiede una professionalità collaudata.

Aspettiamo quindi con urgenza risposte concrete

 

Perugia, 30/10/2020

Nidil Cgil Perugia (Vanda Scarpelli)

Nidil Cgil Terni (Luca Solano)

Felsa Cisl Umbria (Rocco Ricciarelli)

Uiltemp Umbria (Roberta Giovannini)

“L’assenza Spettacolare”: sit-in a Perugia. Poi l’incontro dei sindacati con il Prefetto

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Simona Garofano, il segretario generale Fistel Cisl Umbria, al sit-in perugino

“I lavoratori dello spettacolo oggi, 30 ottobre 2020, scendono in piazza in tutta Italia per sostenere il settore con risorse importanti e riforme che mettano al centro degli impegni del governo il riconoscimento della cultura come bene e welfare da offrire a tutti i cittadini e per dire no alla chiusura di cinema e teatri. Questi luoghi offrono sì un momento di svago, ma soprattutto sono spazi dedicati alla cultura, nei quali persone, cittadini e famiglie approfondiscono temi, si mettono in discussione e si arricchiscono di idee per una crescita individuale e collettiva della comunità”. Così Simona Garofano, segretario generale Fistel Cisl Umbria, questa mattina da piazza Italia a Perugia manifesta a fianco di lavoratori che in questi mesi sono stati fortemente colpiti dalle restrizioni necessarie per fronteggiare una pandemia che, con l’inverno alle porte, mostra ancora dati preoccupanti.

“Una situazione particolarmente difficile per questo mondo, che risulta essere particolarmente complesso dalla diversità delle persone impegnate e dalle modalità di impiego delle stesse – precisa Garofano-: le ulteriori restrizioni e chiusure previste dall’ultimo Dpcm non possono che preoccuparci”. Infatti, se a preoccupare la Fistel Cisl Umbria da una parte ci sono i lavoratori dei teatri pubblici e quelli delle fondazioni lirico sinfoniche -questi ultimi in attesa anche del rinnovo del CCNL-, dall’altra c’è la drammatica situazione delle partite iva e dei precari. “Tanti lavoratori di questo settore – spiega- hanno deciso di offrire la propria professionalità e creatività ad un mondo che offre grandi soddisfazioni, ma poche certezze. Questa giornata e questa piazza è il luogo giusto per ricordare l’importanza della cultura e di questi lavoratori. Non dobbiamo dimenticare – conclude Garofano- che la cultura e il suo sviluppo trovano riconoscimento anche nella Costituzione”.
 

Il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti in piazza Italia a Perugia assieme al segretario generale Felsa Cisl Umbria Rocco Ricciarelli e al coordinatore dell’Area Sindacale Territoriale di Perugia Valerio Natili

Presente al sit-in perugino, assieme al coordinatore dell’Area Sindacale Territoriale Cisl Perugia Valerio Natili e il segretario generale Felsa Cisl Umbria Rocco Ricciarelli, anche il segretario generale regionale Cisl Umbria Angelo Manzotti che ha ribadito la strategicità e il ruolo economico di questo settore anche in termini di promozione del territorio e delle sue eccellenze. “Nella filiera turismo-ambiente-cultura e quindi della promozione del territorio in tutte le sue forme – ha sottolineato – si colloca a pieno titolo anche l’attività di questi lavoratori che, anche grazie a nuove idee e creatività, supportate dall’ausilio di nuovi strumenti di comunicazione, promuovono l’Umbria con la propria storia, tradizione e peculiarità anche fuori regione”.

 
I sindacati sono stati ricevuti dal Prefetto di Perugia.

“L’assenza spettacolare”: in piazza a Perugia con i lavoratori dello spettacolo

by CISL LDS

“L’assenza spettacolare”: con il sit-in di venerdì 30 ottobre 2020 alle ore 10,00 in piazza Italia a Perugia Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Umbria rappresenteranno le difficoltà dei lavoratori dello spettacolo.

I sindacati chiedono:
• risorse certe per l’emergenza e la ripartenza sino a tutto il 2021
• un tavolo permanente tra le parti sociali ed i ministeri per il rilancio del settore
• stabilizzare l’occupazione per i precari delle fondazioni lirico sinfoniche

Tutela del personale sanitario: il 27 ottobre incontro con la Regione

by CISL LDS

AGGIORNAMENTO: L’INCONTRO E’ STATO RINVIATO AL 29 OTTOBRE ALLE ORE 9,00

Anche l’Inal certifica la drammaticità del momento per i lavoratori della sanità

Luca Talevi (Fp Cisl Umbria) prima di un incontro in Regione

Dopo l’indizione dello stato di agitazione del personale e la convocazione dal Prefetto martedì alle 15,00 si terrà, in videoconferenza, l’incontro con i vertici della Regione Umbria e delle aziende sanitarie. Infermieri, oos, autisti personale tecnico e di laboratorio sono allo stremo di fronte ad una situazione che, al contrario di quanto accaduto a marzo, vede la Regione Umbria pesantemente coinvolta dall’attuale ondata pandemica.

Il Commissario Antonio Onnis ha definito l’attuale situazione uno “tsumani”, ma era purtroppo prevedibile, in Umbria come in tutta Italia, che con l’autunno si sarebbe riaccesa l’ondata pandemica e vi sarebbe stato bisogno di più personale e più posti letto in terapia intensiva. Gli Ospedali di Perugia e di Terni sono praticamente con tutti i posti letto Covid occupati, in un contesto che deve continuare a prevedere anche l’assistenza a coloro aventi anche altre patologie, spesso a rischio vita, soprattutto di carattere oncologico e cardiogico, oppure coinvolgenti pazienti fragili e/o anziani. Il rischio è di avere presto saturate le terapie intensive, mentre già ora sono in grande sofferenza i posti nei reparti Covid ordinari e nelle sub-intensive.

Per la Fp Cisl Umbria non si possono continuare a chiedere decine di ore di straordinario al personale sanitario di fronte ad una problematica che potrebbe durare ancora cinque o sei mesi. Purtroppo si sono persi in tutta Italia mesi preziosi per arrivare preparati alla seconda ondata ed ora necessitano interventi straordinari sul personale.

Necessita programmazione ed il massimo coinvolgimento sindacale, come chiederemo martedì a Regione e vertici sanitari, al fine di parlare di fabbisogni di personale, organizzazione, sicurezza nei luoghi di lavoro al fine di garantire la massima sicurezza ai professionisti della Sanità. Necessita anche un piano di sorveglianza che preveda tracciamenti mirati per interrompere le catene di trasmissione, strumenti informatici efficaci, e rafforzamento della capacità di diagnosi.

E nel frattempo l’Inail certifica, con dati aggiornati al 30 settembre 2020, il costante aumento degli infortuni sul lavoro di infermieri, oos, autisti e personale tecnico con numeri che la Fp Cisl Umbria paventa diventeranno ancora più pesanti quando giungeranno i dati al 30 ottobre. Ad oggi i due terzi degli infortuni sul lavoro riguarda personale sanitario, anche medico, e personale operante nelle strutture socio sanitarie . La pressione negli ospedali diventerà presto insostenibile se non si rafforza il territorio in grosse difficoltà stante la quasi impossibilità di sviluppare il sistema di tracciamento alla luce dell’elevato numero di contagi.

Il tempo è ampiamente scaduto. Urgono interventi rapidi ed efficaci

Il Commissario Fp Cisl Umbria
Luca Talevi

Chiusura pronto soccorso di Spoleto, Cisl Umbria: “Scelta affrettata e inopportuna”

by CISL LDS

Il Covid-19 si sta nuovamente diffondendo anche in Umbria, dove il settore della sanità regionale si trova a combattere un’emergenza che non è fronteggiata da un’adeguato organico anche a causa della carente programmazione preventiva.

Riguardo alla decisione che è stata assunta -a nostro avviso in maniera unilaterale e affrettata- della temporanea chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Spoleto, la Cisl Umbria ritiene che tale scelta vada a penalizzare fortemente un territorio che raccoglie tutto il bacino della Valnerina che di per sé già sta pagando lo scotto di un depotenziamento dei servizi legato all’evento sismico del 2016.

Come Cisl non stiamo criticando la scelta di individuare l’ospedale in questione come una struttura dedicata al Covid-19, ma chiediamo che il plesso ospedaliero anche durante il periodo della pandemia mantenga attivo il pronto soccorso e non solo un “Punto di Primo intervento”.

Pertanto, soprattutto in questo momento delicato da un punto di vista sanitario, chiediamo alla Regione Umbria di confrontarci per rivedere questa decisione che penalizza fortemente la popolazione di quel territorio ed inoltre garantisca in modo inequivoco, alla fine dell’ emergenza, almeno il ripristino delle prestazione erogate in precedenza nel presidio ospedaliero.

Siamo convinti che il modello giusto da perseguire sia quello di una sanità fortemente legata al territorio e alle esigenze della propria popolazione, dando risposte tempestive.

A rafforzare la posizione della Cisl Umbria e a puntare l’attenzione sul “Repartino” penitenziario dell’Ospedale di Spoleto è il segretario regionale Fns Cisl Umbria Riccardo Laureti in un articolo pubblicato da www.umbriajournal.it il 26 ottobre 2020

Scuola: il 20 ottobre si è riunito il Tavolo Regionale

by CISL LDS

Si è svolta ieri 20 Ottobre 2020, convocata con procedura d’urgenza una riunione del Tavolo Regionale previsto dal DM 39/2020 (Piano Scuola) sul merito del DPCM del 18/10/2020 e dell’Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale del 19/10/2020.

Alla riunione del Tavolo Regionale presente la segretaria generale Cisl Scuola Umbria Erica Cassetta. Nella foto in un sit-in in Piazza Italia a Perugia.

Nella riunione è stato evidenziato  come la convocazione dell’incontro risulti non solo tardiva, ma pone le OO.SS. di fronte a decisioni e misure già adottate.

Le scriventi OO.SS. hanno sottolineato come le scuole, a partire da marzo e per tutto il periodo estivo, abbiano costantemente lavorato per garantire la riapertura in sicurezza. Gli istituti scolastici rappresentano oggi un luogo in cui i percorsi di istruzione ed il processo educativo si svolgono nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza previsti dalle normative vigenti.

Gli interventi proposti a livello nazionale e regionale intervengono quindi  su un’organizzazione della didattica in cui già si prevede il ricorso  alla DID e su soluzioni di flessibilità oraria già attuati in autonomia.

La scuola non può diventare il capro espiatorio della mancata lungimiranza delle istituzioni e degli enti locali che avrebbero dovuto adottare a suo tempo provvedimenti nel campo dei trasporti e di vigilanza sugli assembramenti e non aspettare l’acuirsi della pandemia per ricorrere a soluzioni che nullificano il lavoro ed i sacrifici fatti dalle scuole. 

Le OO.SS. hanno affermato come  inefficace, anzi possibile motivo di  disorganizzazione, lo slittamento alle ore 9,00 dell’apertura degli istituti del secondo grado e ritenuto opportuna anche se tardiva la riduzione dell’indice di capienza degli autobus scolastici al 60%.

E’ stata chiesta vigilanza agli ingressi, alle entrate  ed uscite dalle scuole con interventi di personale individuato dei comuni e dalla protezione civile.

Restano aperti i problemi degli alunni portatori di handicap che nel ricorso alla DID saranno ulteriormente penalizzati e per cui si auspica dai comuni, quando  non possibile la presenza a scuola degli alunni stessi, l’attivazione di assistenti ad personam.

Si auspica un confronto con l’Assessore alla Sanità  per lo snellimento e la velocizzazione   delle procedure di  individuazione dei positivi al Covid-19.

Tali interventi, che in un momento di peggioramento della pandemia risultano  inevitabili, non ci esimono dal riaffermare che il compito  d’istruzione ed educazione della scuola si esercita all’interno della comunità e la comunità nella sua presenza concreta rende efficace il lavoro dei dirigenti scolastici, dei docenti e del personale tutto che si prende cura dei bambini, adolescenti e giovani loro affidati. E’ solo nella processo didattico ed educativo in presenza che si realizza il pieno diritto allo studio, come previsto dalla Costituzione.

Flc-Cgil (D. Maida)          

Cisl Scuola (E. Cassetta)         

Uilscuola-Rua (L. Marinelli)     

Snals-Confsal (A.R. Benedetto)        

Fgu-Gilda (S. Pirrami)

Perugia, 21 ottobre 2020

Il Coordinamento Donne Cisl Umbria per la trasparenza salariale

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Il coordinamento donne Cisl partecipa alla battaglia europea per chiedere la discussione e la successiva approvazione della direttiva europea per la trasparenza salariale. “Noi sosteniamo questa proposta – a sottolinearlo Sara Claudiani, Coordinatrice Donne Cisl Umbria (nella foto)-. In Italia, a parità di curriculum e di professionalità, le donne guadagnano il 30% in meno degli uomini. Ancora troppo pochi i posti gestionali ed apicali ricoperti dalle donne”.

Come coordinamento donne Cisl Umbria vorremmo che “una parte dei finanziamenti del Recovery Fund servano per le politiche di genere, per interventi strutturali e non parziali”. 

Ad essere evidenziata anche la questione occupazionale. “Ad oggi in Italia -spiega Claudiani- soltanto il 49% delle donne ha un lavoro, contro la media europea del 60%. Chiediamo che più del rilancio dell’occupazione femminile, si parli di creare occupazione femminile: permettendo così di conciliare vita e lavoro, con una politica seria sulla maternità. In questo momento di preoccupazione e di smarrimento per colpa del virus -conclude Claudiani- dobbiamo rimettere al centro la persona, in primo luogo le donne”.